martedì 31 ottobre 2017

Il Fatto 31.10.17
“La violenza dei giovani? Colpa della politica”
Il 18enne che pesta il bengalese e i baby stupratori a Rimini: parla la psicologa
“La violenza dei giovani? Colpa della politica”
di Sandra Amurri

Due ventenni condannati ieri a Torino per gli atti di bullismo contro un ragazzo più giovane, un diciottenne arrestato domenica a Roma per tentato omicidio di un bengalese, minori stranieri in carcere per il feroce stupro di una giovane polacca e di una trans ad agosto a Rimini. “La violenza nelle sue varie forme, subita, esercitata, è sempre esistita, ora la conosciamo ed è di maggiore intensità in quanto è amplificata dal mondo virtuale”, spiega Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, presidente della “Fabbrica della Pace Movimento Bambino onlus” e membro del comitato Onu per i diritti dei bambini. “Ho ragazzi in terapia che mi mostrano video con scene di una violenza neppure lontanamente immaginabile. C’è solo da rabbrividire. Sono collezionisti dell’horror”.
E contemporaneamente vivono una quotidianità apparentemente normale?
Molti sì, altri no e mi riferisco a quelli affetti da Hikikomori, sindrome da isolamento che colpisce adolescenti e anche giovani adulti, che, con altri colleghi, abbiamo raccontato nel libro “Generazione H” che uscirà il 14 novembre (Piemme). In Italia sono accertati 30 mila casi, minorenni e non. Per lunghi periodi dormono di giorno, chattano di notte, fanno giochi di guerra, collezionano scene ferocissime, non escono mai dalla loro stanza, non vanno a scuola e se i genitori li privano del computer o del cellulare diventano violenti.
Quanto conta il web?
Sapete che esiste un web killer, Balena blu, che li accompagna attraverso cinque prove di coraggio come fotografarsi in situazioni di pericolo estremo o attraversare i binari mentre passa il treno e molto altro? Al termine c’è chi si suicida o chi esercita violenza sugli altri, così senza alcuna motivazione, ammesso che possa esisterne una. Vivono solo nel virtuale, poi quando escono la realtà è solo un prolungamento, una estensione in cui non esistono passioni, sentimenti, esiste solo la violenza. La diversità che vuoi distruggere, pensiamo al bullismo, ce l’hai dentro, ecco perché ti accanisci contro chi è, anche solo apparentemente, più debole. Lo stesso vale per il razzismo. Vogliamo parlare del lavaggio del cervello di certa politica? I ragazzi crescono da un lato iperprotetti e dall’altro bombardati dal virtuale che è assolutamente fuori dal controllo dei genitori. Dobbiamo rifondare la società sui sentimenti, su un linguaggio umano, delicato. È possibile solo lavorando sulle famiglie e sulla scuola. Se hai rabbia dentro, se ti senti triste, inutile, se non hai prospettive per il futuro, nulla è più forte della violenza e la violenza vincerà.
Non c’è via d’uscita?
La soluzione sta nell’educare le famiglie e gli insegnanti al virtuale affinché possano a loro volta educare figli e studenti. Il gap generazionale fra genitori e figli è enorme rispetto al passato. Prima il nucleo educativo primario era la famiglia, poi veniva la scuola, ora è il virtuale. In Italia esistono ottomila Comuni debbono organizzare ore di formazione per le famiglie. Non ti prendi in carico le famiglie solo con gli 80 euro in più, occorre dargli sostegno, formazione. O si crea un’educazione al virtuale o sarà un fallimento generazionale. Dobbiamo rifondare le basi di questa società o quello a cui assistiamo sarà nulla.
Nel virtuale trovano esempi negativi, nella realtà mancano quelli positivi.
Sicuramente. Basta gettare l’occhio alla politica. Mandiamo al potere, molto spesso, la parte peggiore di noi. E gli esempi per i ragazzi sono consequenziali. Tutto ciò che è negativo diventa normale.