lunedì 30 ottobre 2017

Il Fatto 30.10.17
Lenin? No Matilda: freddo anniversario a Mosca
di Michela Iaccarino

L’incrociatore Avrora sparò un colpo a salve dal golfo di San Pietroburgo e iniziò la blokada, l’assedio. Divampò lo sthurm, l’attacco. Nel Palazzo d’Inverno vennero arrestati i membri del Consiglio dei ministri del Governo provvisorio e l’orologio della sala si fermò. Erano le due e dieci minuti, 26 ottobre 1917. Cento anni dopo il tempo ha ripreso a scorrere, i russi l’hanno rimesso in moto: le lancette in mostra al museo dell’Ermitage torneranno a battere per l’occasione. La rivoluzione russa del 2017 è una visita guidata speciale tra le statue e i quadri, in onore dei “dieci giorni che sconvolsero il mondo”, è una serata di gala nella sala da concerto Oktjabr: caviale, strass, champagne, ballerine sulle punte di un musical.
Più a nord, nella capitale le iniziative in giro sono poche, quando si esce e si entra con cappuccini Sturbucks e borse Armani alla fermata della metro Rivoluzione. Al numero 31 della Leningradskij prospekt, c’è il grattacielo di vetro e lusso del Renassaince Moscow Monarch Center. Eliminate le ultime due parole all’ingresso, si battezzerà per una notte sola Renassaince Moscow, quando il 7 novembre arriveranno i membri del KPRF, il partito comunista russo, per festeggiare la memoria dei bolscevichi in suite a quattro stelle.
Il municipio di Mosca ha approvato il percorso di marcia della parata di novembre in onore dei rivoluzionari del secolo scorso, sfileranno in centro città i comunisti superstiti del partito di Gennady Zhuganov, con medaglie d’oro e polvere, nastri rossi di un’altra epoca, capelli bianchi. Poi la rivoluzione russa sarà una mostra inaugurata al Museo Lenin e una alla galleria Tret’jakov, la “Nekto, 1917”. In cielo nuvole, sotto le nuvole file di nostalgici e turisti stranieri. Per il resto, se chiedi come si celebrerà esattamente la memoria di quel giorno, i russi non lo sanno e non si sono informati.
Dagli Urali a Vladivostok, qualcuno porterà in processione le vecchie icone comuniste, lascerà fiori e candele accese sotto i Lenin di bronzo e neve. Il 1917 è su twitter, nei negozi di souvenir kitch dell’Arbat, su tazze e cappelli, non più negli orologi. Il tempo non si fermerà più il 7 novembre, né i russi a ricordare quel giorno.
L’Istituto sondaggi RAN di Mosca ha chiesto ai cittadini cosa è stata la rivoluzione russa. Per il 32% è stato difficile rispondere, per il 29% ha prodotto bene e male in egual misura. Il resto della percentuale è rimasta spaccata tra condanna e oblio. Revoluzija è perevorot, colpo di stato, una parola che a Mosca ricorda Maidan, Ucraina e Alekej Novalnij, l’oppositore che ha tentato di organizzare una protesta nazionale il 7 ottobre, giorno del compleanno di Putin, l’uomo del Gasudarstvo, dello Stato, sostantivo che in russo deriva da sudar, monarca.
Più che alle commemorazioni bolsceviche, le persone si radunano per protestare in questi giorni davanti alle sale dei cinema dove viene proiettato il film Matilda, sull’amore adulterino dello zar Nicola II e una ballerina polacca. Tra qualche giorno, cento anni dopo il mese più rosso, il primo canale russo TV1 trasmetterà una serie su Trockij, vecchio nemico pubblico riabilitato a puntate. Due guerre mondiali e una fredda dopo, l’inizio della storia sovietica si può riscrivere col silenzio, senza la pompa magna riservata ogni anno dal governo al 9 maggio, Giorno della Vittoria sovietica sulla Germania nazista.
Del centenario del 1917 in Russia, il vero programma del giubileo è questo: il presidente non parteciperà. Putin all’ultima riunione a Valdai ha ricordato “quanto ambigui siano stati i vantaggi della rivoluzione del 1917, quanto simili le conseguenze positive e negative”, quanto migliore sia “un percorso di evoluzione e non rivoluzione, per cambiare gradualmente, senza distruggere lo Stato e milioni di vite”.
Lui non ama le rivoluzioni. Non le approva. E non ama l’uomo che ha iniziato quella russa, anche se questo Putin, allevato nella culla poligono del KGB comunista, non sarebbe mai esistito senza quel Lenin. In URSS, per 74 anni di fila, soldati e alloro, bandiere e fuochi d’artificio, hanno ricordato il giorno in cui i bolscevichi cambiarono il mondo. In Russia nel 2017, nella stessa Piazza Rossa, il Vladimir dietro il vetro del Cremlino guarda di fronte il Vladimir sotto la teca del Mausoleo e stavolta non si affaccerà per salutare.