lunedì 2 ottobre 2017

Il Fatto 2.10.17
E Minniti si affida a San Michele: “È la forza giusta contro il male”
Il ministro dell’Interno alla festa dell’arcangelo, protettore della polizia e della gendarmeria vaticana
di Fabrizio d’Esposito

Il 29 settembre non è soltanto la celebre canzone di Lucio Battisti oppure il compleanno di Berlusconi e Bersani. Per la Chiesa cattolica, in quel giorno, cade la festività di tre santi arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele. In particolare di Michele, comandante delle milizie celesti che sconfisse Lucifero, protagonista della diabolica scissione in Paradiso.
Così, venerdì scorso, san Michele è stato festeggiato in Vaticano in modo solenne. Di più: per la prima volta in assoluto la polizia italiana e la gendarmeria del piccolo Stato del papa hanno unito il loro ricordo dell’angelo guerriero con discorsi, messa e concerto. A rappresentare la Santa Sede, il “primo ministro” Pietro Parolin, segretario di Stato. Per l’Italia, il ministro dell’Interno Marco Minniti. San Michele è infatti sia il patrono della nostra polizia, sia quello della gendarmeria vaticana.
Nel suo discorso, Parolin ha parlato di “affinità elettive” tra i due corpi ed entrambi, il segretario di Stato e il ministro, hanno sottolineato l’impegno comune nel recente giubileo della Misericordia, contro l’allarme terrorismo. I due si sono quasi scambiati i ruoli. Parolin ha laicamente parlato della sicurezza come di “un bene inestimabile” garantito da una “presenza discreta e capillare”. Il postcomunista Minniti ha ricambiato con invocazioni divine: “Dio sa quanto c’è bisogno di difendere i più deboli, i più esposti, i più fragili”. E ancora: “San Michele arcangelo è la forza giusta contro il male che non prevarrà”.
Quale male però? Questione di prospettiva. Considerato appunto il capo delle milizie celesti, per tradizione non c’è una versione unilaterale su san Michele. Purtroppo. Come spiegò Enzo Ciconte, grande studioso di mafie, “la ’ndrangheta considera san Michele come il suo protettore”. Una delle vittime della strage di Duisburg, in Germania nel 2007, aveva in tasca un’immaginetta bruciata dell’arcangelo. Non solo: storicamente san Michele è stato il patrono, allo stesso tempo, di fascisti e partigiani garibaldini.