sabato 28 ottobre 2017

Il Fatto 28.10.17
La ricetta medica per una sana biblioteca
In libreria - È uscito “L’Arte di governare la carta”: il giallo su come è possibile dare un ordine perfetto
La ricetta medica per una sana biblioteca
di Nanni Delbecchi

Prima o poi capita a tutti; passiamo in rassegna gli scaffali della libreria di casa cercando un libro che sappiamo di avere letto e riletto, ma non lo troviamo. Una volta perlustrate le librerie, comincia la caccia al tesoro per il resto della casa: comodini, ripiani, cassapanche, un’accurata ispezione di quello che Peter Handke definisce “il luogo tranquillo”, quasi insuperabile anche come luogo di lettura. Niente, il libro non si trova. L’avremo prestato a quel lavativo di nostro cugino che non restituisce mai nulla? Ma no, quello non legge nemmeno l’elenco del telefono… Alla fine ci si rassegna a comprarlo, il libro introvabile. Passano un paio di giorni ed eccolo saltare fuori all’improvviso, a riprova che si era appena smesso di cercarlo. L’infallibile legge di Murphy.
Se parliamo di governabilità, l’unico caso in cui si rischia di rimpiangere l’Italia è appunto il governo della carta in casa propria, impresa temeraria che tuttavia vale la pena di affrontare come buona alternativa alla psicanalisi.
È quanto si ricava da L’Arte di governare la carta di Ambrogio Borsani, da prescrivere su ricetta medica per chi, saranno tanto comodi i tablet, ma dei libri-libri non riesce a fare a meno. Per governare la carta bisogna dosare follia e disciplina, e può non bastare di fronte all’esercito di ospiti che reclamano un posto tutto per sé. Ci vuole l’amore: difatti i capitoli del vademecum di Borsani sono frammenti di un discorso amoroso dove impariamo che i libri sono “non carta ma anime piene di speranza di vivere”; anime ma anche corpi delle più diverse forme, dimensioni, valori – Birds of America di John Audubon è stato battuto da Sotheby’s per 11 milioni di dollari. Una folla variopinta che può diventare biografia se non autoritratto, come i 300 libri di Don Ferrante o i 12 mila volumi della biblioteca sottomarina del Capitano Nemo “i soli legami che mi uniscono ancora alla terra.” Una colonia inarrestabile per cui si fanno invenzioni architettoniche, come le gallerie aeree sui soffitti dei corridoi escogitate da Giuseppe Pontiggia; anche se l’ultimo stadio del bibliofilo è affittare una garçonnière per allogare i titoli che in casa non ci stanno più. È “la biblioteca dell’amante” contrapposta a quella coniugale, della residenza ufficiale.
Ma insomma, è possibile dare un ordine perfetto alla propria biblioteca domestica? e quale, pur nella consapevolezza che l’ossessione per l’ordine può rivelarsi un abisso più profondo del caos? Ordine cronologico, alfabetico, per collane, per soggetti e argomenti? Bisogna leggere fino in fondo il giallo istruito da Borsani e la soluzione arriverà, anche se – come nei migliori gialli – qualche dubbio metafisico è destinato a rimanere sospeso a mezz’aria. Perché se ogni libreria tende all’autoritratto, la sintesi da perseguire è la disarmonia prestabilita teorizzata da Umberto Eco: “La funzione ideale di una biblioteca è di essere un po’ come la bancarella del bouquiniste” ovvero un luogo-universo dove dovrebbe esserci tutto, ma come nell’universo può sempre saltar fuori qualcosa capace di sorprenderci. Dove, mentre continuiamo a cercare invano quel famoso libro che si è certi di possedere, a un tratto ne salta fuori un altro che non credevamo di avere. Presi alla sprovvista, cerchiamo di ricordarci come andò, quando e come lo abbiamo comprato. O forse è stato un regalo? Lo apriamo, lo sfogliamo e cominciamo a leggerlo, dimentichi di tutto il resto.