venerdì 27 ottobre 2017

Il Fatto 27.10.17
“Siamo alla spaccatura senza ritorno”
Il professore di Storia contemporanea e “l’errore dei secessionisti”
“Siamo alla spaccatura senza ritorno”
di And. Val.

Josep Maria Fradera è professore di Storia Contemporanea dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona. Autore di saggi su colonialismo e formazione dell’identità spagnola, è commentatore de El Pais.
Dopo l’ennesima convulsa giornata, cosa c’è di sbagliato in una dichiarazione unilaterale d’indipendenza?
L’errore principale degli indipendentisti, o di chi comunque non vuole trattare con Madrid, è pensare che il sistema Spagna (società e politica) sia impossibile da riformare, quindi è meglio uscirne. Questa volontà è perseguita oltretutto in modo testardo e velleitario, dato che solo il 50% dei cittadini ha votato nel referendum indipendentista.
Il responsabile degli Esteri catalano Raul Romeva ha dichiarato: “Se Madrid revoca i poteri della regione autonoma, la democrazia europea è a rischio”. Cosa ne pensa?
Esattamente al contrario, è proprio un’eventuale dichiarazione d’indipendenza come quella del governo di Barcellona ad essere inammissibile in qualsiasi altro luogo d’Europa. Mica siamo in una colonia o in un Paese oppresso! E poi non capisco per quale motivo sarebbe uno scandalo che lo Stato centrale restaurasse l’ordine costituzionale.
L’attuale governo regionale è consapevole dei rischi dello strappo?
Guardando le cose come stanno, il danno è stato già fatto, sia in termini economici, con la fuga di banche e aziende, sia in termini di reputazione nei confronti dei popoli vicini. Tuttavia non credo sia facile decifrare fino in fondo cosa passa nella testa di coloro che si auto-definiscono nazionalisti catalani. La società è profondamente divisa: lo dimostra il fatto che la piattaforma indipendentista non ha affatto conquistato la maggioranza dell’elettorato.
Chi è il responsabile di questa crisi?
Di sicuro, ci sono colpe da entrambe le parti. Lo Statuto di autonomia era stato approvato dopo un tortuoso negoziato e poi respinto come non costituzionale dal partito popolare al governo. In ogni caso, tutti i partiti, sia catalani che spagnoli, hanno fatto numerosi errori nel corso degli anni.
Come giudica la mossa di Puigdemont?
Difficile per chiunque vederci chiaro. In ogni caso, sono convinto che a un certo punto si dovrà andare per forza verso elezioni regionali. Più difficile è capire in quali condizioni ci andremo: come si potrà tornare al voto in Catalogna, se è il governo centrale a controllare Barcellona? Un bel dilemma.
Cosa consiglierebbe a Rajoy e Puigdemont?
Bisogna capirsi meglio per essere consapevoli delle comuni necessità di libertà e giustizia. Lasciamo perdere i nazionalisti. È dalla società civile che devono nascere le risposte per il bene della Spagna. Anche della Catalogna, che ne è parte.