Il Fatto 25.10.17
Dateci almeno il diritto ai due voti disgiunti per non tradire la volontà degli elettori
Proposta - Come migliorare le norme: Azzariti, Pasquino, Pertici, Onida, Romboli e Viroli
Dateci almeno il diritto ai due voti disgiunti per non tradire la volontà degli elettori
Gaetano Azzariti (Università di Roma, La Sapienza),
Valerio Onida (Presidente emerito della Corte costituzionale),
Gianfranco Pasquino (professore emerito di Scienza politica, Università di Bologna),
Andrea Pertici (Università di Pisa),
Roberto Romboli (Università di Pisa),
Maurizio Viroli (Princeton University)
La
proposta di legge elettorale in discussione al Senato prevede un
sistema misto in parte proporzionale (per circa due terzi) e in parte
maggioritario (per circa un terzo), che contraddice gli obiettivi
dichiarati, non consentendo adeguatamente né la rappresentanza né la
semplificazione politica e la conseguente maggiore stabilità degli
esecutivi.
La parte maggioritaria, limitata nel numero e suddivisa
tra diverse liste di una coalizione (con tanti programmi quanti sono i
partiti), non riesce a ridurre la frammentazione politico-partitica, ma
soprattutto le modalità con cui i due sistemi elettorali sono collegati
non consentono una adeguata rappresentanza, mettendo a rischio la stessa
personalità e libertà del voto.
Il sistema blocca il voto degli
elettori che, tracciando un solo segno, devono prendersi un candidato
uninominale e, insieme a questo, una o più liste.
Infatti, in una
prima ipotesi l’elettore traccia la croce sul candidato nel collegio
uninominale. Con questo voto egli si esprime automaticamente e
inevitabilmente, senza poter fare nulla per evitarlo, anche per tutte le
liste collegate (e per tutti i candidati in esse indicati dai partiti),
a cui il voto dell’elettore che non le ha votate sarà distribuito in
proporzione ai voti da queste liste ottenuti da altri elettori (se su 10
elettori solo in 5 si sono espressi per una lista, votando 2 la lista
A, 2 la lista B, 1 la lista C, il voto di ciascuno dei 5 elettori che
non hanno votato nessuna lista andrà per il 40% alla lista A, per il 40%
alla lista B e per il 20% alla lista C. Tutte liste – lo ripetiamo –
che questi elettori non hanno votato).
In una seconda ipotesi,
l’elettore traccia la croce su una lista collegata sia ad altre liste
sia a un candidato nel collegio uninominale. In questo caso il suo voto
si estende al candidato nel collegio uninominale, senza che l’elettore
possa fare nulla per evitarlo. Il candidato nel collegio uninominale
però potrebbe essere di un altro partito rispetto a quello per cui
l’elettore si è espresso, un partito che, anche se collegato, in base a
questa legge potrebbe avere un programma diverso (e per alcuni aspetti
perfino contraddittorio). In questo modo l’elettore è costretto a
prenderli entrambi, forzato a chiedere due programmi diversi.
Per
questo chiediamo che i voti a disposizione dell’elettore siano due.
Poiché come abbiamo detto le liste collegate in una coalizione, però,
non hanno lo stesso programma non si vede neppure la necessità che, dato
un voto al candidato nell’uninominale, si debba dare poi il voto per il
proporzionale necessariamente a una lista collegata, visto che questa
potrebbe comunque avere un programma diverso rispetto a quello del
partito al quale appartiene il candidato nell’uninominale.
Per
questo si propone che i due voti siano disgiunti e che l’elettore, che
non può scegliere i candidati, sia almeno pienamente libero di scegliere
autonomamente sia il candidato nel collegio uninominale, eletto con il
maggioritario, sia il partito che preferisce, i cui candidati saranno
eletti in modo proporzionale.
In conclusione, chiediamo che ciascuno abbia due voti, da esprimere separatamente. In libertà e trasparenza.
Una trasparenza che dovrebbe essere richiesta anche ai partiti nella selezione dei candidati che indica.
Su
questi punti minimi ma essenziali riteniamo che il Senato debba
intervenire, potendo ancora migliorare un testo, che attualmente
presenta numerose criticità, rispetto alle modalità di espressione del
voto e alla selezione dei rappresentanti del popolo.
Gaetano Azzariti (Università di Roma, La Sapienza),
Valerio Onida (Presidente emerito della Corte costituzionale),
Gianfranco Pasquino (professore emerito di Scienza politica, Università di Bologna),
Andrea Pertici (Università di Pisa),
Roberto Romboli (Università di Pisa),
Maurizio Viroli (Princeton University)