Il Fatto 23.10.17
“Basta scimmiottare Pisapia. Sinistra alla Corbyn anti-Pd”
Autoreferenziale
- “Ai disperati cosa gliene frega dei giochini tattici di Speranza che
apre al Pd? Noi dobbiamo competere con i Cinquestelle”
di Fabrizio d’Esposito
L’inclinazione
al tafazzismo della sinistra provoca sempre un rinnovato stupore, per
modalità e contenuti. Nemmeno il tempo di godersi la fine del tormentone
Pisapia, durato la bellezza di sei mesi, ed ecco che Roberto Speranza,
giovane volto di Articolo 1, apre al Pd dalle colonne di Repubblica,
giornale-partito alle prese con un compito immane: rendere “potabile” il
partito renzusconiano di Matteo Renzi.
Tomaso Montanari, storico
dell’arte e presidente di Libertà e Giustizia, è stato il promotore
insieme con Anna Falcone della sinistra civica nata al teatro Brancaccio
di Roma.
Professore, Speranza apre al Pd su Rosatellum e manovra. Sembrava Pisapia: il Paese capirà?
Ma a quante persone ha parlato Speranza. Trecento?
Lei infierisce. In realtà Articolo 1 vuole passare il cerino a Renzi, giusto per farsi dire di no e togliersi ogni scrupolo.
Ma
chi può capire questi giochini tattici? Davvero siamo a questo punto?
Davvero pensiamo che nel 2017 questo sia il modo di fare ancora
politica? Ma alla gente non gliene frega nulla della tattica, è
disperata e arrabbiata. Mi faccia aggiungere che il discorso pubblico
non può essere più diverso da quello privato.
Che intende dire?
Dopo
la fine delle ambiguità di Pisapia, è nato un confronto tra noi e
Speranza e Articolo 1 e si pensava di essere tutti insieme sullo stesso
autobus. Poi uno legge questa intervista e s’interroga su quello che ha
sentito nei vari colloqui avuti sinora.
Sono i tic della politica autoreferenziale.
Sono
uno storico dell’arte e anche il mio è un mondo completamente
autoreferenziale. I professori sono capaci solo di parlare a se stessi,
con un linguaggio chiuso per addetti ai lavori. Le cito una meravigliosa
frase di Federico Zeri: “Le mostre sono come la merda, che fa bene solo
a chi la fa e non a chi la vede”. Anche la politica è così.
Peraltro Speranza non dice neanche una parola sullo scandalo del conflitto d’interessi bancario di Maria Elena Boschi.
Non
solo. Ho letto pure di una correzione maggioritaria al Rosatellum. Ma
scherziamo? È l’opposto della battaglia referendaria che abbiamo fatto.
Tutto il mondo del no è per una legge proporzionale.
Si dia un pizzico sulla pancia. In fondo domani è un altro giorno e Renzi ha detto subito di no come Speranza sperava.
Benissimo.
Diciamo che da qui a marzo dobbiamo dare agli italiani un quarto polo
che competa più con i Cinquestelle che con il Pd.
Il renzismo è irriformabile.
La
teologia mariana afferma che la Madonna è vergine prima, durante e dopo
il parto. Io dico che prima durante e dopo non ci si allea con il Pd.
L’Italia rovinata da Berlusconi non si distingue da quella rovinata dal
Pd.
Lei è radicale.
Io voglio una sinistra radicale alla
Corbyn, non settaria o manesca, che entro Natale celebri una grande
assemblea. Il centrosinistra non ha alcun senso, così come non ha senso
pensare di vincere le elezioni al centro.
Così ci liberiamo anche dell’equivoco ulivista dei democristiani di ieri e di oggi.
Esatto.
Se la sinistra non rovescia il tavolo delle diseguaglianze qual è il
suo compito? Fare solo tattica o essere ossessionata dalla
governabilità?
Ricapitolando: Articolo 1, sinistra civica, Sinistra Italiana, Civati e Rifondazione, per il momento.
Dobbiamo fare una sinistra unitaria.
Con Grasso leader?
Per me viene prima il programma, ma su Grasso dico che sarà decisivo il passaggio al Senato sulla fiducia al Rosatellum.
Se la concede non è un bel segnale.
Appunto.