domenica 22 ottobre 2017

Il Fatto 22.10.17
“Gentiloni spieghi in aula” M5S e Mpd contro Boschi
Imbarazzi - Le opposizioni chiederanno al premier di riferire al Parlamento sul ruolo della sottosegretaria nel testo contro la Banca d’Italia e sul suo conflitto di interessi
di Luca De Carolis

E ora a Gentiloni chiederanno spiegazioni, formali. Su quella mozione su Banca d’Italia che ha finito di spaccare il Pd, ufficialmente orfana, senza un autore preciso. Ma che di fatto è uscita da Palazzo Chigi, dov’è di stanza anche Maria Elena Boschi: l’unica del governo che sapeva di quel testo e che al premier non ne aveva fatto parola. Proprio lei, sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, nonché figlia di Pier Luigi, ex vicepresidente di Banca Etruria. Mentre i dem continuano a darsele sull’ennesimo strappo di Matteo Renzi, le opposizioni si muovono, cercando di sfruttare il varco.
E si parte dal M5S,tirato in ballo da giorni come la miccia della mozione dem: dipinta come necessaria proprio per scongiurare quella molto più incendiaria dei 5Stelle, dritta contro Visco e l’istituto di via Nazionale. Il deputato Alessio Villarosa, membro della commissione d’inchiesta sulle banche, sorride: “Renzi in questi anni ha sempre difeso l’operato di Bankitalia. Se adesso ha voluto questa mozione è solo perché Visco non sta bene alla Boschi, avendo sollevato a suo tempo critiche sulla gestione di Banca Etruria, e perché ha capito che i risparmiatori accusano la Vigilanza della Banca d’Italia per non aver evitato questi disastri”. Ecco, il testo: ma secondo voi, da dove arriva? “Sarebbe estremamente grave se Boschi avesse contribuito a scriverlo. E confermerebbe quanto è grande il conflitto d’interessi che rappresenta stando al governo. Per questo, presenteremo un’interpellanza per sapere da Gentiloni chi e come abbia scritto la mozione, e se davvero un membro del governo ci abbia messo mano. Nonché sul ruolo della sottosegretaria”.
Un tema che Villarosa vorrebbe approfondire nella commissione d’inchiesta. “Il problema – sostiene il deputato del M5S, che finora questa commissione è stata una farsa. Noi però vorremmo sentire urgentemente Federico Ghizzoni (l’ex amministratore delegato di Unicredit, ndr) e sapere se davvero il sottosegretario gli chiese di comprare Banca Etruria. È quella, la chiave. Ma ormai è evidente a tutti che Renzi e il Pd non vogliono che questa commissione lavori”. Obiezione: qui in gioco c’è anche l’autonomia dalla politica della Banca d’Italia. E anche i 5Stelle potevano minarla con la loro mozione, proprio come Renzi, considerato che la nomina spetta al Quirinale, su proposta del presidente del Consiglio. Ma Villarosa replica: “L’autonomia di Bankitalia è una barzelletta, dopo la riforma del 2013 che hanno fatto ‘loro’ di fatto è il presidente del Consiglio a indicare il nome. Noi del M5S abbiamo pronta una riforma, in base a cui a nominare il governatore dovrà essere il Parlamento riunito in seduta comune, con le stesse regole previste per la nomina dei giudici della Consulta”. Ma ora si discute di Visco, attaccato alla gola dalla mozione dem. “Un testo con cui Renzi voleva inseguire i 5Stelle sul terreno del populismo, come al solito sbagliando” scandisce Arturo Scotto, deputato di Articolo Uno – Mdp. Che annuncia: “In settimana presenterò un’interrogazione a Gentiloni , per chiedergli se il governo non ritenga che esista un conflitto d’interessi al suo interno. E anche per avere spiegazioni sul balletto insopportabile inscenato sulla mozione”.
Però il primo imputato per Scotto resta il segretario del Pd: “Quand’ero capogruppo di Sel chiedemmo una commissione d’inchiesta già il 23 dicembre 2015. Per insediarla ci è voluto un anno e mezzo. È il segno di quanto Renzi tema che dalla commissione possa emergere la verità”. Anche sul ruolo della Banca d’Italia, l’ennesima stazione del calvario dem.