Il Fatto 20.10.17
Il curdo utile è quello che muore
Riflesso condizionato - Frustrate le rivendicazioni del popolo che sogna uno Stato
di Massimo Fini
Nel
lontano 1991 sul New York Times il giornalista americano William Safire
scriveva: “Svendere i curdi… è una specialità del Dipartimento di Stato
americano”. Sono passati quasi trent’anni e nulla è cambiato anche se
oggi “svendere” i curdi non è più solo una specialità degli Stati Uniti
ma anche di molte altre potenze regionali. I curdi con i famosi
peshmerga, grandi guerrieri, sono stati determinanti per la sconfitta
del Califfato non solo a Mosul e a Raqqa, dove erano direttamente
interessati perché si trovano in un territorio che si chiama Kurdistan,
ma anche a Sirte in Libia. Ma, come avevo avvertito in vari articoli del
Fatto, non solo non raccoglieranno i frutti della loro vittoria ma
verranno penalizzati. È appena caduta Raqqa che già ce ne sono le prime
avvisaglie.
L’altro giorno a Kirkuk dieci peshmerga sarebbero
stati decapitati, probabilmente dalle forze della Turchia che ha sempre
combattuto in modo sanguinario l’indipendentismo curdo. In un bel
reportage Adriano Sofri, che è sul posto, riferisce che truppe
appoggiate dagli americani e alla cui guida c’è il comandante dei
pasdaran iraniani si è impadronita di Kirkuk, importante città
petrolifera che fa parte della regione autonoma curda in Iraq.
Insomma
la regione autonoma curda viene riportata ai confini del 2003 quando in
Iraq regnava ancora Saddam Hussein. I curdi sono sempre stati una spina
nel fianco in questa parte del Medio Oriente perché la loro regione di
cui sono i legittimi abitanti, non per niente si chiama Kurdistan, è
arbitrariamente incorporata in vari Stati, Turchia, Iraq, Iran, Siria e,
in misura minore, Azerbaigian.
Tutti questi Stati vedono il
legittimo indipendentismo curdo come fumo negli occhi. In particolare
l’Iraq e, soprattutto, la Turchia in cui vivono più di 13 milioni di
curdi, circa un sesto della popolazione. Nel 1984 fra Iraq e Turchia,
una Turchia ‘laica’ non ancora in mano a Recep Tayyip Erdogan
(figuriamoci ora) fu concluso un patto leonino che consentiva ai
rispettivi eserciti di inseguire al di là dei confini i ribelli curdi.
Nel
1988 Saddam Hussein usò le ‘armi chimiche’, fornitegli dagli americani,
dai francesi e, via Germania Est, dai sovietici, su Halabja ‘gasando’
in un sol colpo tutta la popolazione di quella cittadina, 5.000 persone
circa. Ma questo è solo l’episodio più noto. Si calcola che Saddam abbia
‘gasato’ circa 30.000 curdi iracheni e abbia raso al suolo 3.000 dei
circa 4.500 villaggi curdi in territorio iracheno. Spazzato via Saddam
Hussein i curdi iracheni avevano finalmente raggiunto l’autonomia del
proprio territorio che comprende la fondamentale città di Kirkuk. E
adesso è proprio Kirkuk che viene loro sottratta da quegli Stati che
nella lotta al Califfato li hanno usati come alleati. Anche in Iran, sia
quello dello Scià sia quello degli ayatollah, le prigioni sono sempre
state zeppe di curdi. E così nella Siria di Assad.
Il fatto è che i
curdi non hanno santi in paradiso (tutti i fatti che abbiamo fin qui
raccontato sono avvenuti nel complice silenzio, quando non con la
connivenza, della cosiddetta comunità internazionale) non sono arabi,
non sono ebrei, non sono cristiani, sono un antichissimo, millenario,
popolo tradizionale, indoeuropeo. E, come spesso è in questi popoli,
sono anche molto ingenui. Spendendo generosamente il loro sangue in
favore nostro e degli altri Stati della regione, se è vero che l’Isis è
considerato il maggior pericolo per la comunità internazionale, si
illudevano di esserne in qualche modo ripagati. Invece, dopo la breve
parentesi della lotta al Califfato, contro di loro si ritorna alle
pratiche di sempre.
Anche secondo il Washington Post “i curdi si
sono impegnati nella lotta all’Isis senza ricevere nulla in cambio”. Se
pensiamo all’antico articolo di William Safire sul New York Times
vediamo che questa sporca storia si ripete. Dopo essere stati
cinicamente usati ora i curdi vengono, altrettanto cinicamente, mazziati
e beffati.