Il Fatto 1.10.17
Ci vuole un miracolo per unire la sinistra
di Antonio Padellaro
“C’è bisogno di una nuova forza di sinistra”.
Massimo D’alema. Corriere della Sera
Dicono
le previsioni di voto che se alle prossime regionali in Sicilia il
candidato del Pd, Fabrizio Micari (13%) e quello della sinistra, Claudio
Fava (10%) unissero le forze per sostenere uno dei due, probabilmente
non riuscirebbero lo stesso a eleggere il nuovo presidente ma darebbero
per la prima volta dopo tanto tempo l’immagine di un centrosinistra
unito e competitivo. Diciamo subito che non succederà almeno finché in
questa interminabile guerra civile l’obiettivo comune dei due tronconi
sarà di farsi la pelle a vicenda.
Succede così ad ogni elezione
dove il Pd punta a sopprimere la sinistra mentre la sinistra lavora per
indebolire il candidato Pd e il Pd stesso.
Caso di scuola la
Liguria dove nel 2015 tra pugnali e veleni il centrosinistra riuscì a
sbagliare un gol a porta vuota prendendosi a calci negli stinchi e
consegnando su un piatto d’argento la Regione al centrodestra di
Giovanni Toti.
Tutto merito, si fa per dire, di Matteo Renzi che
negli anni avendo trasformato una contesa politica interna in una serie
di inimicizie personali ha preferito perdere per strada pezzi interi del
suo partito piuttosto che impegnarsi a fare il leader di tutti quanti e
non soltanto dei suoi amici e sodali.
È uno schema suicida che in
vista delle Politiche dell’anno prossimo sembra inevitabile, a meno di
due miracoli. Il primo, per la verità, di miracoloso avrebbe soltanto la
scoperta dell’acqua calda. Se cioé Mdp, Sinistra Italiana,
Rifondazione, il movimento di Civati, con l’apporto dei comitati di
Falcone e Montanari e con la cortese collaborazione del federatore
Giuliano Pisapia unissero le loro non straordinarie energie in un unico
cartello elettorale potrebbero raggiungere l’8, il 9 e forse anche il 10
per cento. Invece, restando divisi in tante sigle e siglette rischiano
di non superare lo sbarramento del 3% buttando nel cesso milioni di
voti. Dopodiché tutti quanti farebbero bene a espatriare.
È un calcolo di così puro buon senso a cui sicuramente verranno frapposti ostacoli di ogni genere.
Primo fra tutti il classico: ok ma poi chi comanda?
Il
secondo miracolo prevede che Renzi facendosi forza e mettendo
l’interesse del Paese davanti a quello suo personale offra alla sinistra
unita il classico ramoscello d’ulivo (con la u minuscola) in vista di
una futura alleanza di governo, e che la sinistra risponda con la stessa
generosa apertura. Come si vede neanche San Gennaro potrebbe farcela.