Il Fatto 18.10.17
Roberto Faenza
“Le accuse a Harvey Weinstein distolgono da quelle a Trump”
Il
regista e sceneggiatore italiano: “Perché delle violenze si parla solo
ora? Nell’ambiente tutti sapevano. È un sistema omertoso e
opportunistico”
di Alessia Grossi
“Trovo
abbastanza raccapricciante che siano stati tutti zitti per anni. Perché
credimi, se sapevamo noi italiani che tipo era Harvey Weinstein, negli
Stati Uniti non poteva non esserne a conoscenza l’intera Hollywood”.
Secondo Roberto Faenza, regista, sceneggiatore e saggista italiano,
starebbe proprio qui la “stranezza” del “caso Weinstein”.
Le rivolgo la sua stessa domanda. Perché proprio ora le accuse di violenza?
Non
ci vedo nessuna dietrologia, non mi fraintenda. E non dico che le
denunce delle attrici, non soltanto quella di Asia Argento siano
infondate. Ma non si può non notare la coincidenza.
Con cosa?
Con
le accuse dello stesso genere rivolte a Trump. Ora – da quando c’è
questo nuovo caso così eclatante – non se ne parla più. È come se si
fosse messo in moto un meccanismo di distrazione, spostando l’attenzione
da Trump a Weinstein.
Perché proprio lui?
Sicuramente
perché – come dicevo prima – le accuse non sono infondate. Ma c’è di
più. Harvey è un uomo vicino ai democratici. Attaccare l’idolo dem di
Hollywood si porta dietro una serie di conseguenze importanti, che
appunto, spostano l’attenzione, anche internazionale, dal presidente
degli Usa.
Anche Asia Argento rientrerebbe nel disegno di Trump di abbattere il simulacro dem di Hollywood?
Chiaramente
no. Ma ce ne sono anche altre, almeno una decina tra le attrici
italiane che sono state a letto con lui per avere anche una particina in
un suo film. Il che significa che tutti sapevano. Ma c’era reticenza ad
accusare il prepotente che abusava del suo potere in una maniera
scandalosa.
Harvey Weinstein è davvero un orco?
Può darsi.
Ma perché stanno venendo fuori soltanto ora queste cose? A me colpisce
anche l’omertà di questo sistema hollywoodiano fatto di un opportunismo
raccapricciante.
In che senso opportunismo?
Finché Harvey ha fatto comodo, nessuno ha parlato. Ora l’Academy gli toglie addirittura gli Oscar.
Non le sembra un gesto appropriato?
Credo
sia ipocrita. Dov’era l’Academy in tutti questi anni? Nessuno di loro
era a conoscenza di ciò che succedeva? Ma se lo so io… a me pare
soltanto una caccia allo stregone.
E in Italia? Asia Argento ha accusato anche un regista/attore italiano di averla molestata.
Quando
si lancia un’accusa del genere dovresti fare anche il nome. Trovo grave
anche in questo caso l’omertà dell’ambiente. È come se si svegliasse
Biancaneve e scoprisse che uno dei nani è un delinquente. Ma dov’erano
tutti?
Anche da noi quindi c’è un Weinstein secondo lei?
Secondo
me non c’è un Harvey italiano, perché in Italia è tutto in scala
ridotta. Ma in ogni caso, il principio è lo stesso. Chi ha il potere, lo
esercita. Un potere anche intimidatorio nei confronti dei colleghi
registi. Non è soltanto una questione femminile.
Cosa intende?
Voglio
dire che non è solo una questione di letto, e che oltretutto riguarda
ogni nicchia di potere. Anche quello della tv. Non c’è mica solo Harvey.
Guardi, io gli darei un Oscar proprio ora a Weinstein, pensi un po’.