martedì 17 ottobre 2017

Il Fatto 17.10.17
Il “Fica Power” colpisce ancora
di Massimo Fini

Quante volte ci ho provato con una donna nella mia vita? Infinite. Quante volte sono andato “in bianco”? Moltissime. Quante volte mi è riuscito il colpo? Parecchie. Devo per questo essere considerato un molestatore sessuale seriale?
Alla radice della questione delle molestie sessuali – tralasciando per il momento il “caso Weinstein” che attiene al potere – c’è il fatto che, per ragioni biologiche e antropologiche, poi diventate culturali, è all’uomo che spetta l’iniziativa. Perché checché se ne pensi, e lui stesso si vanti, l’uomo non è sempre pronto per il sesso. Nemmeno la donna lo è, ma la sua scarsa predisposizione ha effetti meno drastici della defaillance del maschio che rende impossibile la penetrazione. L’uomo è cacciatore proprio perché non sempre ha il colpo in canna. Ecco perché tocca a lui aprire la partita. C’è perciò sempre un momento in cui lui deve fare necessariamente un atto intrusivo nella sfera personale e latus sensu sessuale di lei: una carezza sui capelli (che, come pensano giustamente i musulmani, non sono affatto innocenti dal punto di vista erotico) tentare di attrarla a sé, cercare di strapparle un bacio. Se ha equivocato sulla disponibilità di lei si beccherà un diniego. Peraltro un tempo le donne, se non volevano starci, sapevano benissimo come fartelo capire.
Il linguaggio sessuale, erotico, amoroso ha i suoi codici, anche abbastanza precisi, ma rientrano nell’inespresso, nel non detto, fanno appello alla sensibilità di ciascuno, non possono appartenere all’esplicito. Quando ero ragazzo se nel ballo (“il ballo del mattone” come cantava Rita Pavone) lei ti metteva un braccio sul petto voleva dire che era meglio lasciar perdere, se ti poggiava la mano sulla spalla era un segno neutro, se ti metteva le braccia al collo e si lasciava stringere non le dispiacevi, il che non significava ancora nulla se non che eri autorizzato a fare la mossa successiva. A complicare le cose c’è poi l’eterna ambiguità della donna. Perché i suoi primi no possono essere di pura parata e nascondere un sostanziale sì. Una certa insistenza è quindi comprensibile. Insomma capire fino a che punto ci si può spingere è una questione di reciproca sensibilità. Allo stesso modo i sì possono capovolgersi improvvisamente in un no. Come è stato nel caso di Mike Tyson e Popi Saracino, entrambi condannati a vari anni di galera.
E veniamo al caso di Weinstein, importante produttore di Hollywood. Il suo è un caso tipico di abuso di potere, ma una donna maggiorenne, adulta, sa cosa fa quando concede i propri favori sessuali, magari controvoglia, in cambio di promesse, mantenute o no, di carriera: si prostituisce. Non ci sarebbero corruttori, nel sesso come in politica, se non ci fosse chi è disposto a farsi corrompere. E qui si innesta un’altra questione, che è generale e va ben oltre lo strampalato e apparentemente dorato mondo di Hollywood: quella che nel mio Di(zion)ario erotico ho chiamato il “Fica Power”. Com’è fuori discussione che ci sono uomini di potere che ne abusano per portarsi a letto delle belle ragazze sostanzialmente, anche se subdolamente, ricattandole, è altrettanto fuori discussione che ci sono parecchie donne che utilizzano il proprio sesso per avere scorciatoie di carriera, all’interno delle aziende e altrove. Invece di indignarsi quando si parla di “Fica Power” le femministe o comunque i tanti teorici delle pari opportunità dovrebbero prestare a questo aspetto qualche attenzione, perché questo atteggiamento lede i diritti e le aspettative di quelle donne che sul posto di lavoro si comportano con correttezza. È la mortificazione della tanto decantata meritocrazia. Ma questo non si può dire. È tabù. Viene considerata un’intollerabile offesa all’immagine della donna che è ridiventata, come nell’Ottocento ma per motivi diversi, un essere angelicato, depurato di ogni bruttura morale. Si batte quindi sempre e solo il tasto del potere di ricatto maschile sul luogo di lavoro. Che c’è, naturalmente, ma è più limitato, se non altro perché può essere esercitato solo dall’alto in basso ed è verificabile, mentre il “Fica Power” è diretto a tutto campo e praticamente indimostrabile.
Inoltre se è vero che l’uomo di potere può facilmente usarlo per ricattare è anche vero che può essere altrettanto facilmente ricattabile e fare la fine di Strauss-Kahn. Un banchiere americano ha confessato che piuttosto che salire in ascensore con una donna sola (in cento piani può accadere di tutto) preferisce aspettare il giro successivo.
L’alternativa è la verbalizzazione. Possibilmente scritta e certificata. Negli Stati Uniti circolano moduli in cui i due mettono nero su bianco la loro intenzione di fare sesso e la donna, a scanso di equivoci, dichiara anche fino a che punto è disposta a spingersi.
Se le cose stanno così è meglio soddisfarsi da solo dietro una siepe.