Il Fatto 17.10.17
Il “Fica Power” colpisce ancora
di Massimo Fini
Quante
volte ci ho provato con una donna nella mia vita? Infinite. Quante
volte sono andato “in bianco”? Moltissime. Quante volte mi è riuscito il
colpo? Parecchie. Devo per questo essere considerato un molestatore
sessuale seriale?
Alla radice della questione delle molestie
sessuali – tralasciando per il momento il “caso Weinstein” che attiene
al potere – c’è il fatto che, per ragioni biologiche e antropologiche,
poi diventate culturali, è all’uomo che spetta l’iniziativa. Perché
checché se ne pensi, e lui stesso si vanti, l’uomo non è sempre pronto
per il sesso. Nemmeno la donna lo è, ma la sua scarsa predisposizione ha
effetti meno drastici della defaillance del maschio che rende
impossibile la penetrazione. L’uomo è cacciatore proprio perché non
sempre ha il colpo in canna. Ecco perché tocca a lui aprire la partita.
C’è perciò sempre un momento in cui lui deve fare necessariamente un
atto intrusivo nella sfera personale e latus sensu sessuale di lei: una
carezza sui capelli (che, come pensano giustamente i musulmani, non sono
affatto innocenti dal punto di vista erotico) tentare di attrarla a sé,
cercare di strapparle un bacio. Se ha equivocato sulla disponibilità di
lei si beccherà un diniego. Peraltro un tempo le donne, se non volevano
starci, sapevano benissimo come fartelo capire.
Il linguaggio
sessuale, erotico, amoroso ha i suoi codici, anche abbastanza precisi,
ma rientrano nell’inespresso, nel non detto, fanno appello alla
sensibilità di ciascuno, non possono appartenere all’esplicito. Quando
ero ragazzo se nel ballo (“il ballo del mattone” come cantava Rita
Pavone) lei ti metteva un braccio sul petto voleva dire che era meglio
lasciar perdere, se ti poggiava la mano sulla spalla era un segno
neutro, se ti metteva le braccia al collo e si lasciava stringere non le
dispiacevi, il che non significava ancora nulla se non che eri
autorizzato a fare la mossa successiva. A complicare le cose c’è poi
l’eterna ambiguità della donna. Perché i suoi primi no possono essere di
pura parata e nascondere un sostanziale sì. Una certa insistenza è
quindi comprensibile. Insomma capire fino a che punto ci si può spingere
è una questione di reciproca sensibilità. Allo stesso modo i sì possono
capovolgersi improvvisamente in un no. Come è stato nel caso di Mike
Tyson e Popi Saracino, entrambi condannati a vari anni di galera.
E
veniamo al caso di Weinstein, importante produttore di Hollywood. Il
suo è un caso tipico di abuso di potere, ma una donna maggiorenne,
adulta, sa cosa fa quando concede i propri favori sessuali, magari
controvoglia, in cambio di promesse, mantenute o no, di carriera: si
prostituisce. Non ci sarebbero corruttori, nel sesso come in politica,
se non ci fosse chi è disposto a farsi corrompere. E qui si innesta
un’altra questione, che è generale e va ben oltre lo strampalato e
apparentemente dorato mondo di Hollywood: quella che nel mio
Di(zion)ario erotico ho chiamato il “Fica Power”. Com’è fuori
discussione che ci sono uomini di potere che ne abusano per portarsi a
letto delle belle ragazze sostanzialmente, anche se subdolamente,
ricattandole, è altrettanto fuori discussione che ci sono parecchie
donne che utilizzano il proprio sesso per avere scorciatoie di carriera,
all’interno delle aziende e altrove. Invece di indignarsi quando si
parla di “Fica Power” le femministe o comunque i tanti teorici delle
pari opportunità dovrebbero prestare a questo aspetto qualche
attenzione, perché questo atteggiamento lede i diritti e le aspettative
di quelle donne che sul posto di lavoro si comportano con correttezza. È
la mortificazione della tanto decantata meritocrazia. Ma questo non si
può dire. È tabù. Viene considerata un’intollerabile offesa all’immagine
della donna che è ridiventata, come nell’Ottocento ma per motivi
diversi, un essere angelicato, depurato di ogni bruttura morale. Si
batte quindi sempre e solo il tasto del potere di ricatto maschile sul
luogo di lavoro. Che c’è, naturalmente, ma è più limitato, se non altro
perché può essere esercitato solo dall’alto in basso ed è verificabile,
mentre il “Fica Power” è diretto a tutto campo e praticamente
indimostrabile.
Inoltre se è vero che l’uomo di potere può
facilmente usarlo per ricattare è anche vero che può essere altrettanto
facilmente ricattabile e fare la fine di Strauss-Kahn. Un banchiere
americano ha confessato che piuttosto che salire in ascensore con una
donna sola (in cento piani può accadere di tutto) preferisce aspettare
il giro successivo.
L’alternativa è la verbalizzazione.
Possibilmente scritta e certificata. Negli Stati Uniti circolano moduli
in cui i due mettono nero su bianco la loro intenzione di fare sesso e
la donna, a scanso di equivoci, dichiara anche fino a che punto è
disposta a spingersi.
Se le cose stanno così è meglio soddisfarsi da solo dietro una siepe.