sabato 14 ottobre 2017

Il Fatto 14.10.17
Paolo Mieli
“Il Rosatellum? Legge criminale, pensata per penalizzare il M5S”
In libreria il suo ultimo saggio: per l’ex direttore la vera “tara” della nostra politica sta proprio nel non rassegnarsi all’alternanza di governo
di Silvia Truzzi

Nei suoi libri Paolo Mieli non fa solo i conti con la Storia, cerca anche i fili che intrecciano passato e presente. Il sottotitolo dell’ultimo saggio, Il caos italiano, lo spiega bene: “Alle radici del nostro dissesto”. Partiamo dall’alba tormentata dell’Unità d’Italia, per arrivare a un non meno inquieto oggi, ricordando sempre che in greco antico caos vuol dire vuoto.
Lei individua una tara genetica nella politica italiana, ed è il rifiuto dell’alternanza.
Se tutti i Paesi del mondo hanno scelto la strada dell’alternanza, mandando per via elettorale una volta al governo una parte politica e la successiva l’altra parte, un motivo ci sarà. Noi non abbiamo mai imparato a praticare l’alternanza. Dal 1861, quando ci siamo formati come Stato unitario, la prima volta in cui con il voto una maggioranza ha passato il testimone a un’altra di segno opposto, è stato nel 2001. La vicenda del ‘94-’96 è di altro segno, simile al primo cambio di maggioranza, nel 1876, dalla Destra alla Sinistra storica. Il governo presieduto da Minghetti inciampò su un provvedimento in tema di ferrovie: si formò una maggioranza trasversale in Parlamento guidata da De Pretis che sei mesi dopo si presentò alle elezioni, vincendole.
Le maggioranze si formano prima con ammucchiate parlamentari e poi si presentano agli elettori.
Non c’è mai un momento in cui il popolo decide. Le strade per liberarsi di questi ‘grumi parlamentari’ sono gli infarti. Fu infarto la crisi di fine Ottocento, fu infarto la marcia su Roma nel ‘22 così come Tangentopoli nel 1992.
Trasformismo ante litteram.
Esattamente: il trasformismo vero e proprio nasce tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta dell’Ottocento e si presenta come dottrina virtuosa. A Sinistra la usano come parola positiva: le presenze parlamentari estreme si portavano verso il centro.
Nel libro indica più volte, riferendosi a diversi momenti storici, una causa di questa situazione nel vizio di delegittimare l’avversario.
L’Italia è stata fatta da una ristretta élite che aveva il popolo all’opposizione. Le masse, negli Stati preunitari, erano indifferenti al Risorgimento. Tutta la dialettica maggioranza-opposizione procede per delegittimazione, passa per accuse di tradimento degli ideali, corruzione e via dicendo. L’avversario non merita di andare all’opposizione, merita di essere defenestrato. Sfogliando la pubblicistica degli ultimi 160 anni, l’avversario è sempre uno da levare di mezzo.
A sinistra, negli ultimi decenni, è stato così. Veltroni nel 2008 nemmeno nominava Berlusconi…
Anche prima! Quello che lei ricorda fu un tentativo di declinare il discorso che sto facendo io. Forse era fuori tempo. Però l’Italia è l’unico Paese in cui dall’altra parte della mia opzione politica c’è sempre un mostro. E contro il mostro non s’invoca la propria vittoria, ma soluzioni straordinarie, le famose ammucchiate, per evitare il trionfo del mostro. Una volta, due, tre può essere ammissibile… per 160 anni no. I Paesi funzionano meglio quando c’è l’alternanza.
Non sembra che alle viste ci siano soluzioni, anzi.
Io sono ottimista. Sono sicuro che torneremo, in un tempo ragionevole, a una sana dinamica dell’alternanza. Gli elettori non sopportano l’idea che già durante la campagna elettorale si alluda alle larghe intese con la scusa che non ci saranno maggioranze. Chi vota a sinistra vuole che la sinistra o vada al governo con la sua identità o vada all’opposizione. Stessa cosa vale per la destra. Abbiamo alle spalle cinque anni in cui entrambe le identità sono state snaturate, questo porterà acqua al mulino dei 5Stelle. Penso che avremo una stagione di elezioni ravvicinate, a differenza di quanto abbiamo visto dal 2013 a oggi. Peraltro queste maggioranze ‘spurie’ hanno trovato la propria legittimazione nelle riforme costituzionali, andate poi in frantumi. Escluderei che se ne facciano altre con identico impianto: senza quella scusa non si trovano ragioni per alleanze innaturali.
Ha definito il Rosatellum “criminale”.
Ci fa fare una figuraccia, anche a livello internazionale. Non si fa una legge che appare contro il partito che potrebbe essere, secondo molti sondaggi, il partito di maggioranza relativa alle prossime elezioni. Siccome notoriamente è un partito che non fa alleanze, prendere lo stato di cose esistenti – i sistemi risultanti dalle sentenze della Consulta – e modificarlo in modo da danneggiare quel partito, è criminale e autolesionista. Chi l’ha voluta farà male soprattutto a se stesso. Mentre il centrodestra è un’alleanza tra diversi e ognuno porta una dote, il centrosinistra è fatto dal Pd con piccole appendici (Alfano, Pisapia). Sarebbe meglio che si presentassero da soli: i seggi sottratti ai Cinque Stelle andranno al centrodestra. I 5Stelle uscivano indeboliti dalle ultime vicende, ma questa legge che sembra fatta contro di loro, li agevola.