Il Fatto 13.10.17
“Grasso ora rifletta sulla fiducia in Senato”
“I costituzionalisti hanno sollevato dubbi seri e fondati: doveva tenerne conto pure Boldrini”
di Marco Palombi
“In
questi giorni autorevoli costituzionalisti hanno sostenuto buone
ragioni sulla impossibilità di mettere la fiducia sulla legge elettorale
in rispetto del dettato costituzionale. È vero che esiste il precedente
del 1953 e il più recente dell’Italicum nel 2015, ma credo ci siano
tutti gli estremi perché la presidenza del Senato possa approfondire
queste argomentazioni serie e fondate”. Il senatore di Articolo 1-Mdp
Federico Fornaro, esperto di sistemi elettorali, la prossima settimana
si troverà probabilmente di fronte alla stessa situazione dei suoi
colleghi alla Camera: una legge elettorale approvata a suon di
forzature.
Renzi ha citato De Gasperi.
Ma non ci troviamo di fronte all’ostruzionismo dell’opposizione, che fu all’origine della fiducia sulla legge truffa.
All’epoca finì in tumulti d’aula: proprio il presidente del Senato ne uscì malino…
Non
si tratta di gettare la croce su Grasso e credo che pure la presidente
Boldrini avrebbe avuto la possibilità di approfondire questa delicata e
controversa materia .
La Costituzione è chiara: si applica “sempre” la procedura ordinaria.
La
fiducia posta dal governo su una materia strettamente parlamentare è
già in radice contrastante col carattere di democrazia parlamentare
della nostra Repubblica. Siamo all’aperta violazione dello spirito della
Carta e della libertà dei deputati, che ricordo sono di fatto
“ricattabili” dal loro capo partito alla vigilia delle elezioni con la
minaccia della non ricandidatura.
Anche lei usa parole forti.
Sono
prove tecniche di democrazia autoritaria: un sistema in apparenza
democratico, in cui però viene esercitata una dittatura della
maggioranza. O meglio: dell’esecutivo sul Parlamento.
E tanti saluti all’assenza di vincolo di mandato…
L’articolo
67 è uno degli architravi della democrazia parlamentare perché tutela
la libertà del singolo rappresentante del popolo. Si è prestato nella
storia ad abusi e ha contribuito al trasformismo, ma resta un baluardo
di libertà rispetto allo strapotere di esecutivi e capi partito,
nonostante quel che dice il M5S.
È bastato un voto segreto, però, per mostrare l’insofferenza della Camera.
Il
cortocircuito avviene perché il Parlamento, sotto il giogo della
fiducia, viene costretto ad approvare un accordo extraparlamentare poco
prima dello scioglimento delle Camere. Si crea un precedente gravissimo:
le maggioranze potranno scriversi la loro legge elettorale con buona
pace della Carta e del successivo intervento della Consulta.