Corriere La Lettura 8.10.17
Il potere della «S» ci mostra le piccole catastrofi delle cose
di Giulio Giorello
Nel
1730 la regina Caroline si oppose al progetto di un lago rettangolare
in mezzo a Hyde Park, a Londra. Fu invece realizzato un curvo specchio
d’acqua che rispettava le ondulazioni del terreno. Venne chiamato
Serpentine, come se vi fosse qualcosa di «diabolico»: Lucifero in
sembianza di serpente aveva spinto a peccare Eva e Adamo! Ma costituiva
una rivincita delle figure curve nelle applicazioni della matematica al
paesaggio. Dall’antichità il curvo aveva attratto l’attenzione dei
matematici ma spesso si trattava di ricondurlo a ciò che era retto:
rettificazione della circonferenza, quadratura del cerchio, cubatura
della sfera... Galileo dichiarò che il mondo era un libro scritto in
caratteri geometrici di questo genere. Ora Allan McRobie ( The Seduction
of Curves ) propone per quel «libro» un altro «alfabeto»: attinge alle
figure studiate da René Thom (1923–2002) nella sua teoria delle
catastrofi e rese popolari in varie applicazioni da Christopher Zeeman.
Nelle
parole del matematico russo V. I. Arnol’d, le catastrofi «sono bruschi
mutamenti che avvengono come reazione improvvisa di un sistema
sottoposto a una variazione regolare delle condizioni esterne». Non si
tratta sempre di disastri! Thom amava dire che poteva essere una
grandiosa catastrofe anche la fine di un immenso impero come quello di
Alessandro Magno; ma da essa potevano nascere nuove realtà storiche. Del
resto, il libro in cui Thom presentò la sua teoria si intitolava
Stabilità strutturale e morfogenesi ; la stabilità non riguardava i
processi studiati in sé, ma il loro modo di presentarsi secondo delle
modalità che rimanevano le stesse operando piccole variazioni, le quali,
però, potevano rivelarsi «fatali» entro ciascuno di quegli stessi
processi. Basti pensare a una curva fatta a S: supponiamo che una
pallina si muova lungo l’arco superiore di questa S; a poco a poco si
avvicina al punto finale e quando lo raggiunge cade sul corpo
sottostante della S. Immaginiamo ancora che la pallina inizialmente
mandi una luce, per esempio azzurra; e che seguendo la forma della
lettera maiuscola cambi colore: caduta più in basso, manda (poniamo) una
luce rossa. Il brusco salto da un colore all’altro è «catastrofico»!
L’approccio
geometrico si adatta a cambiamenti di stato (solido, liquido e
gassoso), stabilità delle navi, attività del cervello, rivolte nelle
carceri, «il comportamento dei giocatori in borsa, l’influenza
dell’alcol sui guidatori o persino il sistema di censura sulla
letteratura erotica» (Arnol’d). Mentre Zeeman «cercava numeri», Thom
sembrava invece più attento a una comprensione qualitativa del
mutamento, affascinato com’era dall’emergenza delle forme in campo
biologico e linguistico. McRobie ora mira a ritrovare le figure di Thom
nella rappresentazione artistica del corpo umano. Lo confermano le sue
modelle, liete di poter «influenzare lo spazio». Thom aveva concluso:
«In un tempo in cui tanti studiosi stanno a fare calcoli, può essere
bello che quei pochi che lo possono sognino».