Corriere La Lettura 8.10.17
1968
Un’irrefrenabile gioia di vivere è il superpotere di Barbarella
di Alessandro Trevisani
Single,
indipendente, innamorata dell’amore. Combatte per pacificare, mai per
distruggere. E la sua arma è l’amplesso, con cui sfinisce chi l’assale.
Non solo uomini: Barbarella è una terrestre del quarantunesimo secolo,
che viaggiando nello spazio seduce angeli, regine, ragazzine, perfino
robot. Esordisce nel 1962, sul trimestrale maschile «V-Magazine». Al suo
creatore, Jean-Claude Forest, l’editore Gallet dà carta bianca. Nella
fluida pennellata del fumettista Barbarella prende il viso, gli occhi
bistrati e la biondissima cotonatura di Brigitte Bardot. Proprio nel
1968 il pigmalione di BB, Roger Vadim, dirigerà la sua terza moglie,
Jane Fonda, nel film Barbarella . Intanto il fumetto è diventato un
successo mondiale, col libro edito nel 1964 da Éric Losfeld, un ex
contrabbandiere col pallino della letteratura erotica, che lo fa
tradurre in una dozzina di Paesi, tra cui gli Stati Uniti.
Nella
patria dei comics Barbarella è uno choc, così determinata (laddove Dale
Arden, la compagna di Flash Gordon, era banalmente ancillare) e così
focosa (mentre Wonder Woman era androgina e desessualizzata). «La prima
primadonna del fumetto», così la presenta la Valentina di Crepax sulle
pagine di Linus. Speciale Barbarella , nel 1969 (solo nel 2016 avremo un
Barbarella. Edizione integrale , Comicon Edizioni, pp. 180, e 18). È
anche la prima a uscirsene con certe battute. «So sempre quello che
voglio, e dove e quando», dice in una storia del 1968. Qualche tavola
dopo è incoronata regina da una congrega di orribili protettori di
prostitute. «Prima mi hanno fatto puttana... Poi santa! Finiranno per
sposarmi! Sveglia, vecchia mia!», esclama lei, e scappa.
Come gli
eroi western, Barbarella non si ferma mai. Ma a portarla via è una gioia
di vivere che si fa urgenza. «Non sono tranquilla per niente... Meglio
fare subito l’amore!», dice, sotto assedio, all’Orticario, un
personaggio che è il sosia di Forest. Ma Barbarella non è la donna che
il suo autore vorrebbe avere. È quella che vorrebbe essere. Ed è questa
la cifra «sessantottina» del marchio: Forest&Barbarella, come
Flaubert&Bovary, cent’anni dopo.