Corriere 8 .10.17
«Avanti anche senza Pisapia»
«Pisapia? L’attesa è una soap opera No a Renzi, con lui alleanze farlocche»
Speranza annuncia lo strappo: basta aspettare, Mdp non si allea con Renzi
di Monica Guerzoni
Niente
coalizione allargata a sinistra. Mdp dice no all’apertura di Renzi.
«Siamo alternativi all’ex premier. E andiamo avanti da soli anche senza
Pisapia» chiarisce Roberto Speranza. Ma dal Pd continuano i segnali di
pace. I vertici dem sono convinti che il niet di Mdp sia legato «più a
rancori personali che alla politica». Intanto sulla legge elettorale
regge il patto a quattro Pd-Ap-Lega-Forza Italia. Il Rosatellum 2.0
passa l’esame della commissione Affari costituzionali e ora dovrà
affrontare l’aula di Montecitorio. I Cinque Stelle accusano: «È un
inciucio».
ROMA «Il tempo è finito».
Roberto Speranza, vi siete stancati di aspettare Godot?
«Abbiamo
parlato troppo di noi, ora basta. Bisogna correre. Dobbiamo offrire
all’Italia un’alternativa che riparta dal lavoro e dalla lotta alle
diseguaglianze».
Convocherete quella assemblea costituente per la quale Pisapia non si sente ancora pronto?
«Per
me il 19 novembre è la data giusta per una grande assemblea
democratica, in cui finalmente un popolo possa trovare una casa».
Le primarie della sinistra?
«Faremo
votare la gente in tutta Italia, chiameremo migliaia di persone a
eleggere i propri rappresentanti nell’assemblea e a condividere un
progetto in cui tutte le forze abbiano pari dignità».
Il leader di Campo progressista non è convinto. Non si fida del tutto di lei, Bersani, D’Alema, Errani?
«Pisapia
è naturalmente protagonista di questa storia, ma non si può più perdere
un solo minuto e neanche stare lì a parlare tutti i giorni di nomi dei
big, invece che di proposte. È diventata una soap opera insopportabile».
Una «soap» i litigi tra Campo progressista e Mdp?
«Noi
siamo quelli del lavoro, della progressività fiscale, della sanità
pubblica. Dico con forza basta a una discussione autoreferenziale che la
gente non capisce, ora si va avanti. Il mio è un appello a tutti,
ognuno prenderà le sue decisioni».
Pensa che Pisapia si alleerà con Renzi?
«No,
da lui ho sentito parole chiare di alternativa alle politiche del
renzismo. Però ora basta aspettare, bisogna correre. Serve una grande
forza popolare, inclusiva, con ambizioni di governo e radicale nel
messaggio di cambiamento. Aperta al civismo, all’ambientalismo e al
cattolicesimo democratico. Vogliamo prendere un voto più degli altri,
altro che ridotta».
Insomma, avanti anche senza Pisapia?
«Mi
sembra di essere stato chiarissimo. Noi andiamo avanti e l’auspicio è
che lui ci sia. Ognuno valuti tranquillamente, ma questa è una
operazione più grande, non si ferma davanti a una singola personalità.
In gioco c’è il futuro del Paese e della sinistra italiana. Il tempo è
ora, non possiamo andare oltre novembre».
Avanti a sinistra, con Fratoianni e Civati? Il 1° luglio vi eravate impegnati a costruire un nuovo centrosinistra.
«La
nostra proposta è e resta larga, aperta, plurale e alternativa alle
politiche di Renzi. Non basta un cartello elettorale, si parte da una
lista per costruire una nuova soggettività. La mia cultura politica è di
centrosinistra, non mi interessa una stretta identitaria».
Renzi ha aperto alla coalizione, perché non andate a vedere le sue carte? Volete regalare il Paese alle destre?
«Apertura
mi sembra una parola generosa. Il Pd non sarà mai il nostro nemico. Ma
le alleanze si fanno sulla linea politica e le fratture sono state
troppe. Il Jobs act ha aumentato la precarietà, la Buona scuola ci ha
messo contro insegnanti e studenti, al posto degli investimenti si sono
scelte le regalie fiscali e invece della rivoluzione ecologica sono
spuntate le trivelle. Se si mette al centro una radicale discontinuità
sono pronto a confrontarmi con tutti».
Boccerete il Rosatellum?
«Sì,
è sbagliato perché disegna alleanze farlocche. Siamo di fronte
all’ennesimo accordo Renzi-Berlusconi, oggi sulla legge elettorale e
domani sul governo. Avremo il record mondiale di nominati e questo è
indegno. Il nostro emendamento che chiedeva un solo programma per la
coalizione è stato bocciato, che apertura è quella di Renzi? Noi
presenteremo un candidato in ogni collegio all’uninominale».
Se Pisapia non raccoglie il vostro appello chi sarà il leader? D’Alema, Bersani, Errani, o lei?
«La
sinistra rinasce se parte dalla vita degli italiani e non dai nomi dei
leader. Prima il progetto, poi le personalità. Mi piace molto la nuova
generazione in campo, che ha idee chiare su cosa serve al Paese».
Senza Pisapia riuscirete a superare la soglia del 3%?
«Non
sono uscito dal Pd per fare un partitino, ma per costruire una grande
forza popolare a due cifre. Ci sono milioni di persone che non sono di
destra, non vogliono votare per Grillo, ma non si fidano più del Pd di
Renzi. Lavorerò incessantemente per offrire agli italiani una nuova
proposta progressista vincente».