Corriere 7.10.17
Bruno Tabacci
«Errani ha sbagliato Giuliano non va usato come fosse un orpello»
di M. Gu.
«Errani ha detto a Pisapia una cosa bruttissima».
«Giuliano tu sei il leader, ma non sei il capo». È stato questo, Bruno Tabacci, a irritare così tanto l’avvocato?
«Non
funziona così, se quelli di Mdp non riconoscono che la leadership porta
un valore aggiunto vuol dire che si sentono autosufficienti. Cosa
pensano, di strutturarsi in un soggetto politico e di usare Pisapia come
un orpello?».
Vi preoccupano le liste?
«Bisogna capire come
decidiamo le rappresentanze, se il voto di opinione è considerato, o se
c’è solo il voto strutturato. Non si può fare la costituente se non si
chiarisce questo. Loro vogliono la data, ma io voglio sapere qual è
l’atteggiamento sul governo».
Mdp si è messa fuori dalla maggioranza.
«Chiedono
un incontro a Gentiloni con Pisapia, si apre un confronto sul Def e
loro nel giro di 24 ore fanno dimettere il viceministro degli Interni,
che non c’entrava nulla. Mi sono cadute le braccia».
Non erano d’accordo?
«Hanno
dato a Pisapia il mandato di uscire dalla maggioranza, a sua insaputa.
Comincio già a stare male. Non dico che sono scorretti, ma la loro
logica è diversa. Io ho un rapporto gradevole con Roberto Speranza, ma
non posso sentirmi dire che se Pisapia non convoca l’assemblea loro la
faranno con Fratoianni, Civati, Falcone e Montanari».
Non si sentirebbe a casa?
«A
di là della lista “marxisti per Tabacci” io che c’entro con quelli che
fischiarono il nome di Pisapia al Brancaccio? Se vogliono fare una forza
di sinistra, la sua leadership è un lusso che è inutile concedersi».
Il soggetto unico è morto?
«Ci
sono punti difficili da superare. Il primo è il rapporto col governo e
per me mettersi all’opposizione è un errore clamoroso. Giuliano già dal
primo luglio voleva un percorso senza bandiere, ma loro hanno riempito
la piazza di vessilli e da allora è stato tutto un crescendo di feste e
bandiere. Come la recuperi una cosa così?».
E D’Alema?
«Era
un riformista, ma ora si è radicalizzato su una vis polemica che era
tipica del Pci contro la Dc. Lui è convinto che tanto si perde e gioca
la partita del dopo. Così andiamo indietro, non avanti. Non può esistere
un centrosinistra che prescinde dal Pd».