Corriere 2.10.17
Al posto di «dopo cristo» mettere «era comune»? una miope provocazione
di Pierluigi Battista
Negli
Stati Uniti la Corte Suprema sta per deliberare su complesse questioni
che riguardano la parità delle religioni e l’incidenza sulla sfera
pubblica di comportamenti e costumi che derivano da credenze religiose
plurali e talvolta confliggenti tra loro. In Gran Bretagna si rischia di
procedere con molta più brutalità, onorando un codice del politicamente
corretto che fa della battaglia sulle sigle, sulle parole, sui modi di
dire, sui calendari, sulle festività, sui programmi scolastici
altrettanti campi di esercitazione di una guerra infinita e soprattutto
senza limiti.
Ora per esempio le autorità scolastiche del Sussex
stanno decidendo di cassare la sigla BC che tradizionalmente organizza
il calendario a partire dalla nascita di Gesù Cristo per sostituirla con
un più neutro, incolore, indeterminato BCE. E cioè nei libri di scuola
non dovrebbe più apparire «prima di Cristo» che appunto viene indicata
con la sigla BC, ma Prima dell’Era Comune (e direttamente Era Comune per
designare il Dopo Cristo). E tutto questo per non «offendere» gli
scolari che appartengono ad altre religioni, anzi in particolare a una:
alla religione musulmana, perché le organizzazioni inglesi della
comunità ebraica non intendono scatenare la guerra santa sulla
suddivisione tradizionale del tempo del calendario.
Ovviamente la
proposta scatenerà polemiche, discussioni, voglia di rappresaglie
lessicali. Ancora più aspre delle polemiche sui presepi da allestire
nelle scuole, sulla presenza dei crocefissi in classe, sulla
celebrazione pubblica delle festività religiose e così via. Un copione
già scritto. Una distorsione mentale già collaudata. In definitiva una
provocazione che con il rispetto di tutte le religioni ha poco in
comune, ma che invece esaspera gli animi, produce reazioni difensive
smisurate. Una provocazione decisamente ridicola. Ma è già successo che
dal ridicolo scaturiscano guerre e tragedie. Prima e dopo Cristo.