Corriere 25.10.17
Il leader cinese entra nella Carta del partito comunista dopo Mao e Deng
Tra le prescrizioni: porre fine a feste, cene, viaggi, doni dei funzionari
Il pensiero di Xi
di Guido Santevecchi
Grande
Sala del Popolo di Pechino. Una voce fuori campo legge: «Il Congresso
ha deciso che “Il Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con
caratteristiche cinesi per una nuova era” deve entrare tra le linee
guida nella Costituzione del Partito comunista». Segue un lungo elenco
di prescrizioni e programmi, politici, economici, militari, sociali,
ambientali. Al banco dei membri del Plenum (41 con due sole donne) tutti
ascoltano e prendono appunti, seduti quasi in punta di sedia. Solo Xi è
appoggiato all’indietro sulla poltroncina rossa, quasi come un
imperatore sul trono.
Si passa al voto. Davanti alla stampa i
2.300 delegati, i membri del Comitato centrale e quelli del Plenum
mettono in scena una rappresentazione teatrale di democrazia con
caratteristiche cinesi. Si decide per alzata di mano. Si levano tutte
insieme. Contrari? «Mei You!», «Nessuno!», si è sentito rispondere sette
volte dai sette spicchi in cui è divisa la sala che si affaccia su
Piazza Tienanmen.
Risuona l’Internazionale, il 19° Congresso
finisce e inizia lo Xiismo: accanto a quelli di Karl Marx, Mao Zedong e
Deng Xiaoping da oggi nella carta fondamentale del comunismo cinese è
iscritto il Pensiero di Xi. Con la differenza che la Teoria di Deng
entrò nella costituzione solo dopo la sua morte. Xi invece a 64 anni è
nel pieno delle sue forze.
L’agenzia Xinhua annuncia che lo «Xi
sixiang», il Pensiero costituzionale di Xi, si compone di 14 Principi.
Alcuni concreti, altri visionari, non manca l’ideologia purissima e
quelli identificati da numeri, che sono una mania della politica cinese,
come gli acronimi di quella anglosassone.
I Quattro comprensivi
Sono
l’ordine di «promuovere il completamento comprensivo di una società
moderatamente prospera, l’approfondimento della riforma (sempre
comprensiva), la promozione dello stato di diritto (comprensivo
naturalmente) e la gestione rigorosa e comprensiva del Partito».
Cinque in Uno
Sono i preparativi per la costruzione dell’economia, della politica, della cultura, della società, della civiltà ecologica.
Quattro venti contrari
Naturalmente
«da fermare»: sono formalismo, burocrazia, edonismo e stravaganza: sono
drammaticamente concreti perché 1,3 milioni di membri e funzionari che
si sono fatti trasportare da quei quattro venti sono finiti nella rete
della Commissione di Wang Qishan .
Otto attitudini da costruire
Si va dalla diligenza e la frugalità al miglioramento della stampa (e intanto la censura si fa più stretta).
Otto prescrizioni
Il
numero otto porta anche fortuna in Cina: sono ordini precisi per porre
fine alla brutta abitudine di spendere denaro pubblico per feste di
Partito, cene, viaggi, doni e auto-doni.
Due centenari da onorare
Nel
2021, un secolo dalla fondazione del Partito, con una «società
moderatamente prospera»; nel 2049, i cent’anni dalla proclamazione della
Repubblica popolare, la Cina dovrà essere «ricca, forte, armoniosa,
moderna, sempre socialista e anche bella».
Una cintura e una strada
È il progetto di aprire nuove Vie della seta per rotte commerciali globalizzate che partiranno dalla Cina.
Una comunità del destino condiviso
È
uno slogan di Xi che promette di coinvolgere il resto del mondo con una
strategia che soddisfi non solo gli interessi nazionali ma anche le
necessità di tutti i Paesi.
Tre severità e Tre verità
Sono ordinate ai dirigenti affinché siano rigorosi nella morale e nell’uso del potere; per questo serve verità.
Due studi e Uno sforzo
I
quadri devono studiare la Costituzione comunista e le sue regole e
sforzarsi di migliorare sempre per raggiungere la purezza e non
delegittimare il Partito-Stato.
Uno è il Sogno cinese
È il
«grande ringiovanimento della nazione» e si tratta della prima visione
espressa da Xi nel 2012, all’alba del suo potere oggi assoluto e
indiscutibile.
Due approcci «olistici»
Il riferimento e alla sicurezza nazionale e alla riforma. Dietro l’aggettivo olistico si può immaginare molto.
Una «contraddizione principale»
Si
trova di fronte alla società marxista cinese: quella tra i bisogni
sempre crescenti del popolo per una vita migliore e lo sviluppo
squilibrato e inadeguato.
Ultimo chilometro
Xi ha detto che
le politiche camminano, il servizio al popolo si ferma alla bocca, i
benefici si inceppano e spesso non finiscono nella pancia della gente.
«Bisogna risolvere il problema dell’ultimo chilometro».
Naturalmente
c’è molto di più nella mente di Xi Jinping, ma il progetto è chiaro:
guidare la Cina in una nuova era di potenza globale. Una terza era dopo
quella della costruzione della Repubblica compiuta da Mao, seguita dal
lancio dell’economia voluto da Deng. In piazza un inviato della tv
statale ieri mostrava alla telecamera un libretto rosso con la
Costituzione comunista ed esaltava l’emendamento con lo Xi Pensiero.