Corriere 23.10.17
Abe sbanca e può armare il Giappone
Trionfo del premier alle elezioni anticipate: ora avrà la maggioranza per riformare la Costituzione pacifista
di Guido Santevecchi
PECHINO
La scommessa di Shinzo Abe ha pagato: il primo ministro del Giappone ha
vinto le elezioni anticipate e può diventare il capo di governo di più
lunga durata nella storia giapponese del dopoguerra. E anche lo statista
che legherà il suo nome alla fine della Costituzione pacifista scritta
nel 1947 sotto dettatura americana, sull’onda della disastrosa disfatta
del Sol Levante imperialista.
Lo spoglio è stato ritardato da un
tifone che sta spazzando l’arcipelago. Ma il Partito liberaldemocratico
di Abe avrà almeno 283 seggi sul totale di 465 della Camera bassa della
Dieta. Agli alleati di governo del Komeito sono attribuiti 29 deputati.
Il resto all’opposizione: una cinquantina a testa al Partito democratico
costituzionale (centro-sinistra) di Yukio Edano e al Partito della
Speranza (centro-destra) della signora Yuriko Koike. I numeri sono
importanti: il conservatore nazionalista Abe, 63 anni, per far passare
in Parlamento la riforma costituzionale ha bisogno di una
super-maggioranza dei due terzi, 310 seggi: sulla carta ne ha almeno
312. Dopo, potrà convocare un referendum popolare e cancellare
l’Articolo 9 che per 70 anni ha consacrato la rinuncia giapponese alla
guerra, in qualsiasi circostanza.
Ma con la vicinissima Nord Corea
che si arma di missili a testata nucleare ha senso proclamarsi
pacifisti a oltranza? Si può rinunciare a un esercito pronto a
combattere? Lo spettro di Kim Jong-un ha avvolto la campagna elettorale e
rilanciato l’immagine di Abe. A fine estate due missili lanciati per
ordine del Maresciallo di Pyongyang hanno sorvolato l’isola di Hokkaido,
poi Kim ha minacciato di «affondare» il Giappone intero. Secondo Abe il
Giappone ha il diritto ad essere un Paese normale con una Costituzione e
un esercito adeguati al pericolo. E ha anche il dovere di sostenere
militarmente gli alleati americani in caso di conflitto. Mostrarsi
pronto a tutto di fronte all’incubo di Kim ha aiutato il premier a
recuperare popolarità dopo una serie di scandali che lo avevano
indebolito portando il suo gradimento sotto il 30%.
Il premier ha
giocato sull’inconsistenza dell’opposizione. Si è trovato di fronte la
signora Yuriko Koike, 65 anni, ex giornalista tv, dal 2016 governatrice
di Tokyo. Koike ha formato il Partito della Speranza e all’inizio volava
nei sondaggi. Ma la bolla della Speranza si è sgonfiata quando Koike
non si è saputa distinguere dal governo per programma economico e
politico. La signora non ha neanche avuto il coraggio di candidarsi
direttamente alle elezioni, preferendo la sicurezza della poltrona di
governatrice della capitale. E ieri era a Parigi per una riunione di
sindaci, in una missione-fuga dalla sconfitta annunciata.
L’avventura
di Koike però non finisce. Siccome il Komeito, di ispirazione
buddhista, non è convinto che cambiare la costituzione pacifista sia
giusto, per far passare la riforma in Parlamento i voti della pattuglia
della Speranza potrebbero contare parecchio. Koike, che in passato era
stata ministra della Difesa con Abe, si è detta disposta ad appoggiare
la revisione.
Nei primi cinque anni di governo la «Abenomics»,
basata anzitutto sulla leva finanziaria (il «quantitative easing»
utilizzato anche da Usa ed Europa) ha garantito crescita, dopo vent’anni
di recessione e stagnazione. Il Pil sale intorno al 2,5% annuale, la
Borsa è al massimo dal 1996. Il tasso di disoccupazione è al 3%, quota
fisiologica secondo gli economisti.