Corriere 22.10.17
Nuovo divorzio, assegno leggero
di Giuseppe Alberto Falci e Ilaria Sacchettoni
C’è
il comico di Zelig, Marco Della Noce, che si confessa in video («Mi
hanno pignorato tutto»). E il signor Rossi qualunque, depauperato dagli
alimenti che i giudici lo hanno costretto a versare per salvaguardare,
immutato, il tenore di vita della coniuge di un tempo. C’è tutto questo.
E poi c’è lo spiraglio aperto dalla Cassazione che, a maggio scorso,
s’era pronunciata per la prima volta contro l’assegno monstre ,
sostenendo che il mantenimento mensile può non essere monumentale perché
non si è tenuti a garantire all’ex moglie lo status precedente. Il
pronunciamento riguardava il divorzio dell’ex ministro Vittorio Grilli
nei confronti della prima moglie Lisa Lowenstein, e, va da sé, aveva
alimentato la coda di divorziati che chiedeva di rinegoziare gli
alimenti versati all’ex coniuge.
Anche per questo Donatella
Ferranti (Pd), presidente della commissione giustizia alla Camera, ha
deciso di presentare una nuova legge che modifica l’articolo 5 della
normativa del 1970, laddove stabilisce l’obbligo di mantenimento per
l’ex coniuge quando quest’ultimo non abbia «mezzi adeguati».
«L’obiettivo — spiega — è evitare abusi, che cioè si utilizzi un
divorzio per conseguire finalità di arricchimento personale a spese
dell’altro». L’intuizione è chiara. In famiglia si lavora in due e un
matrimonio non è un business . Quindi, in caso di separazione si volta
pagina in due.
«In base alla nuova interpretazione (della
Cassazione, ndr ) — premette Ferranti — l’ex coniuge che non percepisca
quanto è strettamente necessario per vivere può pretendere solo gli
alimenti senza che si possa fare alcun riferimento al rapporto
matrimoniale ormai estinto». Secondo la proposta Ferranti il tribunale
dovrà fissare l’assegno di mantenimento tenendo conto di una serie di
parametri: dalle «condizioni economiche in cui i coniugi vengono a
trovarsi a seguito della fine del matrimonio» al «contributo personale
ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla
formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune». Dal «reddito
di entrambi» alla «mancanza di un’adeguata formazione professionale
quale conseguenza dell’adempimento di doveri coniugali». Ci si allontana
così dall’automatismo separazione-mantenimento che la legge degli anni
70 prescriveva ai mariti. E che ancora oggi è motore di molti assegni
record, fra i quali quello di Silvio Berlusconi all’ex moglie, Veronica
Lario (2 milioni).
Secondo Ferranti «è molto avvertita anche
l’esigenza di contenere nel tempo la durata dell’aiuto economico
prevedendone una limitazione temporale che tenga conto della durata del
matrimonio». Ferranti e il suo collega Walter Verini sperano in una
condivisione maggioritaria della loro proposta in commissione per
imboccare la procedura legislativa: in questo modo potrebbe guadagnare
l’approvazione in tempi record.