Corriere 20.10.17
«Gravi anomalie» Nel dossier segreto la lettera di Visco sulla crisi di Etruria
di Fiorenza Sarzanini
ROMA
Relazioni ispettive, mail interne e lettere inviate alle banche,
comunicazioni formali con la Bce e con la Consob: saranno classificati
seguendo tre livelli di riservatezza i documenti che il governatore
della Banca d’Italia Vincenzo Visco consegnerà alla commissione banche. E
per quelle di terzo livello sarà possibile soltanto la lettura, senza
alcuna possibilità di fare copia. Una parte di queste carte — tuttora
coperte dal segreto — è già contenuta nei fascicoli giudiziari avviati
sul dissesto degli istituti di credito, in particolare Veneto Banca,
Popolare di Vicenza, Etruria. Non a caso prima di Visco la Commissione
presieduta da Pier Ferdinando Casini ha deciso di esaminare il contenuto
degli oltre 4.000 atti che Palazzo Koch invierà nei prossimi giorni e
di ascoltare i capi delle Procure titolari delle indagini.
Le azioni di PopVicenza
Tra
i documenti che saranno inviati al Parlamento ci sono le sollecitazioni
alla Popolare di Vicenza sugli aumenti di capitale. In una
comunicazione del 31 maggio 2013 veniva sottolineato come un mese prima
Bankitalia avesse «inoltrato un’informativa preventiva relativa
all’operazione di aumento di capitale sociale per un ammontare massimo
complessivo di 506 milioni di euro da realizzare mediante emissione di
azioni ordinarie per un importo massimo fino a 253 milioni di euro e di
un prestito obbligazionario convertibile di durata quinquennale entrambi
da offrire un’opzione agli azionisti e e ai soci della banca e ai
possessori delle obbligazioni subordinate. Azioni che risultassero non
sottoscritte saranno offerte al pubblico indistinto».
Nella stessa
relazione veniva preso atto della scelta della banca di procedere ad un
ulteriore aumento di capitale da 100 milioni di euro. E poi la
raccomandazione per una «scrupolosa osservanza delle disposizioni
normative che regolano le operazioni in particolare di quanto previsto
dal codice civile» ma anche la normativa che «ricomprende tra gli
elementi negativi del patrimonio di base le operazioni di finanziamento
destinato all’acquisto di azioni o quote di propria emissione». Una
raccomandazione ribadita il 24 giugno anche se la situazione era ormai
già compromessa.
Il caso Banca Etruria
Disastrosa è anche la
situazione patrimoniale di Banca Etruria. Il 24 luglio 2012 il
governatore scrive una lettera al presidente Giuseppe Fornasari per
«rilevare che le scarse azioni correttive intraprese non hanno prodotto
risultati in quanto la qualità degli impieghi è rimasta scadente e anzi
appare in progressivo peggioramento». E per questo «si segnala l’urgente
necessità di realizzare interventi di miglioramento sulle strutture e
sugli strumenti posti a presidio delle varie fasi del processo
creditizio, anche per eliminare i notevoli ritardi nella corretta
classificazione delle partite ad andamento anomalo». Il 3 dicembre 2013
Visco ribadisce che «da tempo la situazione aziendale della banca è
connotata da elementi di marcata anomalia che hanno indotto
quest’istituto a rappresentare più volte ai diversi organi aziendali che
si sono succeduti nella conduzione della Popolare, l‘esigenza di
attivarsi per risanare la gestione, connotata da significati squilibri
tecnici e debolezze organizzative». Per questo sottolinea come «la
carente pianificazione strategica e, più in generale, l’inadeguatezza
del board e dell’esecutivo a svolgere il necessario ruolo di indirizzo,
governo e gestione dei rischi, hanno determinato un ulteriore forte
deterioramento dei profili tecnici del gruppo».
L’ultima ispezione
La
situazione evidentemente peggiora con l’arrivo del nuovo Cda,
presidente è Lorenzo Rosi e vice sono Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi,
padre della sottosegretaria Maria Elena. Nella relazione ispettiva che
Visco consegnerà alla Commissione per spiegare la scelta di procedere al
commissariamento è scritto: «Le strutture deputate alla gestione del
credito deteriorato non sono risultate adeguate a fronteggiare in modo
efficace l’imponente crescita delle partite anomale. Gli indicatori di
performance relativi alla gestione delle sofferenze sono risultati
ampiamente al di sotto degli standard riscontrabili sul mercato In
particolare per quanto concerne i tassi di recupero del credito. Tali
insufficienti risultati riflettono il contenuto impiego di personale per
la gestione del credito deteriorato».