Corriere 17.10.17
Rubbia: «Ora studieremo come si è formata la materia»
di Giovanni Caprara
Il Nobel per la Fisica: dalla filosofia alla realtà, cogliamo tutti gli aspetti dei grandi eventi cosmici
«Finalmente
si può studiare come si è formata la materia». Il Nobel Carlo Rubbia è
entusiasta della scoperta appena annunciata tra Usa ed Europa.
Professore, che cosa cambia grazie ai rilevamenti combinati di onde gravitazionali e onde elettromagnetiche?
«Ora
questi fenomeni si vedono e si possono studiare anche nelle conseguenze
e capire come hanno influenzato la chimica dell’Universo. Così infatti
si sono formati gli elementi pesanti come l’oro e il piombo. E tutto
questo lo possiamo misurare direttamente. Prima avevamo dei segnali
parziali mentre adesso, come hanno dimostrato i satelliti e i numerosi
telescopi a terra, si colgono tutti gli aspetti dei grandi eventi
cosmici. Ogni giorno i satelliti registrano dei potentissimi lampi di
radiazioni gamma di cui non si spiegava bene l’origine e anche questo ha
trovato una spiegazione».
Non bastava la registrazione delle onde provocata dalla fusione di due buchi neri ?
«No,
perché con i buchi neri non si vede nulla, non ci sono altre
manifestazioni. Le quattro onde precedenti infatti hanno spiegato solo
una parte di quello che succedeva. Invece con la fusione di due stelle a
neutroni le cose cambiano perché si assiste alla generazione di altre
onde, appunto di tipo elettromagnetico».
La ricerca è stata ardua e lunga ma alla fine...
«Alla
fine siamo passati dalla filosofia alla realtà e abbiamo davanti una
finestra universale. Abbiamo la conferma che il modello standard che
spiega la natura è assolutamente valido, completando il quadro e
spiegando bene tutte le forze fondamentali che la dominano».
L’Italia è protagonista di primo piano nella scoperta.
«Sì,
facciamo parte di questa meravigliosa avventura scientifica, molto
importante per i risultati conquistati. Costruire la stazione Virgo è
stata una scelta determinante. C’è voluto coraggio ma lo sforzo ha
pagato. Peccato che...».
Peccato che ?
«Che anche Virgo non
abbia potuto raccogliere subito le prime onde e sia entrata in funzione
un po’ dopo. Comunque i nostri ricercatori hanno collaborato fin
dall’inizio all’elaborazione dei dati; quindi erano già sulla scena in
modo pesante. Però se fossimo stati pronti, a Stoccolma sarebbe andato
anche un nostro scienziato a ritirare il Premio Nobel per la Fisica
appena assegnato a Barry Barish, Kip Thorne e Rainer Weiss. Ma non c’è
da rammaricarsi. Adesso lavoriamo e raccogliamo assieme i segnali; anzi
abbiamo aggiunto, grazie a Virgo, delle possibilità prima inesistenti».