Corriere 16.10.17
«Ma non bisogna attendere vent’anni per denunciare»
Cucinotta: uomini poveri vigliacchi, le donne imparino a dire no
di Emilia Costantini
«Un
uomo che usa il suo potere per abusare di una donna è un vigliacco, un
poveraccio impotente e neanche la castrazione chimica servirebbe, tanto
là sotto non ha niente da castrare. Ma le donne devono imparare a dire
dei no».
Maria Grazia Cucinotta, che recentemente ha creato
l’associazione «Vite senza paura» insieme a magistrati, avvocati,
psicologi, per assistere le donne vittime di violenza, ha conosciuto il
produttore Harvey Weinstein: «Ha distribuito il film “Il postino”, ma
con me si è comportato in maniera corretta. E mi meraviglio di quanto è
accaduto, perché in America, dove ho vissuto a lungo, gli uomini sono
terrorizzati dalle denunce e difficilmente si espongono: temono di fare
complimenti o avances eccessive e addirittura ci sono quelli che evitano
di prendere l’ascensore da soli con una donna!». Strano, però, che la
moglie di Weinstein, Georgina Chapman, non si sia mai accorta di nulla.
«Sì, strano, adesso prenderà in mano tutto lei, forse chissà...». Forse
non le conveniva accorgersi delle manie erotiche del marito? «Io non
giudico nessuno — ribatte l’attrice — dico solo che queste storie
avvengono ovunque, in tutti gli ambienti lavorativi, e soprattutto in
Italia dove non esistono leggi che tutelino seriamente il mondo
femminile dai soprusi maschili. Una mia amica, per esempio, ha dovuto
ripetere tante volte un esame all’università perché non cedeva alle
voglie del professore: certi individui mi fanno proprio pena, il loro
“cervello” basso prevale su quello alto. Ma succede persino agli uomini
di essere molestati da altri uomini, occorre avere il coraggio di
denunciare subito e non aspettare vent’anni, altrimenti a che serve? A
meno che — aggiunge — non ti piaccia la persona che ti corteggia, e
questa è un’altra questione. Insomma, in queste vicende non si sa mai
dove finisce il gossip e dove inizia la storia vera».
È la paura
di non ottenere un posto di lavoro, oppure un ruolo in un film che
induce a subire? «Io ho detto tanti no, non sono mai stata obbligata a
fare cose che non volevo e non sono mai morta — è categorica Cucinotta
—. Avevo solo 19 anni quando un famoso fotografo voleva spogliarmi e
ritrarmi a tutti i costi nuda, mi rifiutai e lui, con tono
dispregiativo, sentenziò: “Tu puoi solo servire ai tavoli”. Be’, mi
spiace per lui, ma non ho mai dovuto fare la cameriera. E non è vero che
potevo permettermi di rifiutare compromessi: sono partita da Messina
con 600 mila lire in tasca, guadagnate facendo la commessa in un negozio
di antifurti. Certo, ci vuole carattere e soprattutto non fissarsi su
certi obiettivi, altrimenti sei una perdente: io diversifico, faccio
regia, produzione, volontariato...».
Maria Grazia ha una figlia di
16 anni, che non vuole seguire le orme della mamma: «Di fare l’attrice
non se ne parla proprio. Quello che le ripeto spesso è di rispettare se
stessa e io, come madre, potrei uccidere qualcuno che non rispetta mia
figlia. Perché le madri hanno una funzione importante, anche
nell’educazione dei maschi: quante volte capita di sentire una donna
dire al proprio figlio “quella è una mignotta”. Purtroppo, a volte, le
prime nemiche delle donne sono proprio le donne, cosa che difficilmente
accade agli uomini, di solito molto complici e sodali tra loro».
L’attrice
conclude: «Per reagire ai vari Weinstein che si possono incontrare, e
che per quanto lo riguarda ha ormai la carriera finita, un sano “no” non
fa mai male».