lunedì 16 ottobre 2017

Corriere 16.10.16
Parte l’operazione per le urne il 4 marzo
Ultimo passaggio il Bilancio. Il presidente potrebbe sciogliere le Camere a cavallo della fine dell’anno
di Marco Galluzzo

ROMA Fra le ipotesi che circolano, calendario alla mano e scadenze istituzionali probabili, Sergio Mattarella potrebbe sciogliere le Camere negli ultimi giorni dell’anno. Il capo dello Stato ne potrebbe parlare agli italiani durante il discorso di Capodanno. La comunicazione avrebbe un carattere solenne, perché accompagnata dalle considerazioni del capo dello Stato sulla legislatura che si chiude, incluso ovviamente un bilancio della stessa, e su quella che si aprirebbe due mesi dopo, con il ritorno alle urne.
È uno dei passaggi cruciali dei prossimi mesi, sui quali in queste ore si fanno i calcoli, insieme alla data esatta delle Politiche, che a meno di sorprese, con una campagna elettorale che sarebbe di 60 giorni, dovrebbe cadere il 4 marzo. Di sicuro la fine della Legislatura, dal punto di vista politico, avverrà con l’approvazione della legge di Bilancio. La stessa legge dovrà essere poi controfirmata dalla prima carica dello Stato, che a quel punto attenderà un gesto da parte del premier.
Paolo Gentiloni potrebbe salire al Quirinale, dichiarare che per l’esecutivo il compito è esaurito, con due mesi di anticipo, anche senza dichiararsi dimissionario. Porterebbe alla prima carica dello Stato anche le considerazioni dei partiti che lo hanno sostenuto, concordi nel ritenere chiusa la Legislatura. A quel punto il premier resterebbe comunque in carica per gestire gli affari correnti. Mattarella, prima di sciogliere le Camere dovrebbe convocare sia il presidente di Palazzo Madama sia quello di Montecitorio, per verificare che effettivamente non esistono forze politiche maggioritarie intenzionate ad andare avanti. Dopo qualche giorno si aprirebbe la campagna elettorale, la cui durata viene regolata dal ministero dell’Interno.
In questo scenario si dà per scontato che la legge elettorale, appena approvata alla Camera, venga approvata anche al Senato, nei prossimi giorni, scongiurando il rischio di un intervento per decreto legge da parte di Palazzo Chigi. La data del 4 marzo consentirebbe al capo dello Stato di gestire con serenità, almeno temporale, l’esito delle elezioni. Se qualcuno pronostica difficile, in base ai sondaggi, la formazione di un governo, ancorché di coalizione, non meno facile potrebbe essere l’elezione dei presidenti delle Camere.