Corriere 16.10.16
Parte l’operazione per le urne il 4 marzo
Ultimo passaggio il Bilancio. Il presidente potrebbe sciogliere le Camere a cavallo della fine dell’anno
di Marco Galluzzo
ROMA
Fra le ipotesi che circolano, calendario alla mano e scadenze
istituzionali probabili, Sergio Mattarella potrebbe sciogliere le Camere
negli ultimi giorni dell’anno. Il capo dello Stato ne potrebbe parlare
agli italiani durante il discorso di Capodanno. La comunicazione avrebbe
un carattere solenne, perché accompagnata dalle considerazioni del capo
dello Stato sulla legislatura che si chiude, incluso ovviamente un
bilancio della stessa, e su quella che si aprirebbe due mesi dopo, con
il ritorno alle urne.
È uno dei passaggi cruciali dei prossimi
mesi, sui quali in queste ore si fanno i calcoli, insieme alla data
esatta delle Politiche, che a meno di sorprese, con una campagna
elettorale che sarebbe di 60 giorni, dovrebbe cadere il 4 marzo. Di
sicuro la fine della Legislatura, dal punto di vista politico, avverrà
con l’approvazione della legge di Bilancio. La stessa legge dovrà essere
poi controfirmata dalla prima carica dello Stato, che a quel punto
attenderà un gesto da parte del premier.
Paolo Gentiloni potrebbe
salire al Quirinale, dichiarare che per l’esecutivo il compito è
esaurito, con due mesi di anticipo, anche senza dichiararsi
dimissionario. Porterebbe alla prima carica dello Stato anche le
considerazioni dei partiti che lo hanno sostenuto, concordi nel ritenere
chiusa la Legislatura. A quel punto il premier resterebbe comunque in
carica per gestire gli affari correnti. Mattarella, prima di sciogliere
le Camere dovrebbe convocare sia il presidente di Palazzo Madama sia
quello di Montecitorio, per verificare che effettivamente non esistono
forze politiche maggioritarie intenzionate ad andare avanti. Dopo
qualche giorno si aprirebbe la campagna elettorale, la cui durata viene
regolata dal ministero dell’Interno.
In questo scenario si dà per
scontato che la legge elettorale, appena approvata alla Camera, venga
approvata anche al Senato, nei prossimi giorni, scongiurando il rischio
di un intervento per decreto legge da parte di Palazzo Chigi. La data
del 4 marzo consentirebbe al capo dello Stato di gestire con serenità,
almeno temporale, l’esito delle elezioni. Se qualcuno pronostica
difficile, in base ai sondaggi, la formazione di un governo, ancorché di
coalizione, non meno facile potrebbe essere l’elezione dei presidenti
delle Camere.