giovedì 21 settembre 2017

Repubblica
Afd, il colpo di scena della star dell’ultra-destra “A noi anche il voto dei gay”
di Tonia Mastrobuoni

VIERNHEIM IL COLPO di scena arriva verso la fine. «Non sono nell’Afd nonostante la mia omosessualità, ma perché sono omosessuale ». Lo ripete due volte, poi il mento le trema, e gli occhi che le diventano lucidi sono come un segnale alla sala. I trecento che sono venuti a sentire Alice Weidel scattano in piedi e cominciano freneticamente ad applaudirla. Ai giornalisti in sala resta la penna sospesa a mezz’aria.
POCO prima era ancora una gag - «vi voglio dire una cosa: sono omosessuale! Nessuno se ne va?» - ma poi la commozione ha preso il sopravvento. Per il suo ultimo comizio prima delle elezioni di domenica, Weidel ha preparato uno scoop. Qui nel profondissimo ovest, nella zona industriale dell’Assia che si affaccia sull’Odenwald, dove i partiti tradizionali sono ancora delle rocce e i Verdi archeologia della politica, all’Afd è già riuscito un colpaccio.
Nel Land della capitale finanziaria Francoforte, del tempio dell’arte Kassel e delle industrie, la destra populista potrebbe incassare il 14%, domenica prossima. «Avremo risultato più alto di tutta la Germania ovest», grida sul palco Mariana Harder-Kuehnel, la candidata di punta del Land.
Ma Weidel, tallonata da una stampa che non riesce giustamente a conciliare l’immagine liberale e cosmopolita della lesbica dichiarata con un partito islamofobico e xenofobo, è stanca del fatto che si indaghi sulla sua vita privata: «Perché non scrivono mai nulla delle mie proposte?». Così tenta un contropiede e si mette a caccia di un territorio ancora vergine, per un partito della destra: gli elettori omosessuali. Nel Land dove una quarantina di anni fa un pioniere dei Verdi, Joschka Fischer scandalizzò la vecchia politica presentandosi al parlamento regionale con le scarpe da tennis, è venuta a formulare una tesi un tantino azzardata.
«A noi omosessuali - scandisce davanti ai sostenitori - non frega nulla del matrimonio per tutti, se di sera non possiamo uscire di casa». E alla frase successiva, già urla: «Ci sono bande di musulmani che danno la caccia agli omosessuali. È uno scandalo! Senza sicurezza non c’è libertà. Bisogna votare il partito della legge e dell’ordine, l’Afd». E giù esempi presi dalla cronaca: presunti nordafricani che avrebbero lapidato travestiti a Darmstadt, siriani che avrebbero rincorso una coppia gay a Berlino per prenderli a cinghiate, eccetera. «La molestia sessuale è diventata sport nazionale, da quando Angela Merkel è diventata cancelliera », azzarda. Ovazione in sala, un anziano col cappellino da baseball è scatenato, grida «Merkel vattene». Weidel ne approfitta per bere un sorso d’acqua e rincarare la dose: «Merkel ha spaccato il Paese!». Giù applausi.
Negli ultimi sondaggi, l’Afd è saldamente il terzo partito: secondo Yougov, i populisti guidati dal tandem Weidel-Alexander Gauland sarebbero al 12%. Nonostante la recrudescenza dei toni, le simpatie con i soldati della Wehrmacht di Gauland, l’antisemitismo di Hoecke o l’islamofobia e la tendenza al complottismo un po’ di tutti. E nel mezzo dell’operazione “charme” verso i gay, a Weidel è scappato ieri un sonoro «i fascisti di ieri sono gli antifascisti e i buoni di oggi». I fascisti, forse le andrebbe ricordato, non avevano un gran opinione degli omosessuali.
Klaus Hofmann è il padrone di casa, qui a Viernheim. La cittadina industriale è appena fuori Mannheim, la città dove Berta Benz tentò oltre un secolo fa il primo viaggio in automobile per andare a trovare sua madre. «Tutti parlano di noi dell’Afd, ma lo sa qual è il tema vero? La fine dei socialdemocratici. E nessuno ne parla». Gli chiediamo il perché del successo del suo partito: «Semplice. Lo ha ammesso anche Meister, un big della Cdu in Assia. Ha visto il duello in tv tra Merkel e Schulz? È stato un duetto, più che un duello. E Meister lo ha chiamato ‘il migliore spot per l’Afd’».
Giacca e cravatta, ci ha accolto fuori dalla sala comunale, dribblando un gruppetto della sinistra giovanile della Spd che è venuta a protestare con fischietti e cartelli “No Afd”. Ride, allargando le braccia: «Mi hanno regalato dei lumini da cimitero… temo che serviranno al partito, quando Martin Schulz incasserà domenica prossima il peggior risultato della storia della Spd». Al momento, i sondaggi sembrano dargli ragione.