Repubblica 9.9.17
“Così la politica regola i conti con i giornalisti”
Raffaele Lorusso, Segretario della Fnsi
“Non andremo al tavolo del governo”
di Silvio Buzzanca
ROMA. Raffaele Lorusso, presidente della Federazione nazionale della stampa, cosa pensa della proposta sulle intercettazioni?
«Penso
che in primo luogo ci sia un problema di metodo. Da sei mesi ci è stato
promesso un tavolo sul dilagare delle querele temerarie a scopo
intimidatorio, usate per tappare la bocca ai giornalisti. Ma alla
vigilia della fine della legislatura arriva una sorta di proposta che fa
carta straccia di un’altra promessa. Sulle intercettazioni il ministero
aveva annunciato che sarebbe stato insediato un altro tavolo di
esperti. Tanto è vero che anche alla Fnsi era stato chiesto un nome per
partecipare a questi lavori. Questo tavolo non si è mai riunito e ora ci
viene chiesto solo un parere da rendere nel corso di un’audizione con
il ministro. C’è stata quindi un’accelerazione e per questo noi non
andremo a questo incontro con il ministro. Manderemo però delle nostre
osservazioni ».
E così arriviamo al merito delle bozze di regolamentazione delle intercettazioni...
«Nel
merito prendiamo atto che sono scomparse quelle parti che introducevano
sanzioni per giornalisti e giornali che avessero pubblicato atti
coperti da segreto. Ma rappresenta un passo indietro, e non ci convince,
il fatto di volere impedire non solo ai giornalisti, ma anche a chi
dovrà poi utilizzare gli atti giudiziari, di venire in possesso delle
trascrizioni integrali delle conversazioni. Ci si dovrà accontentare di
un sunto. E la prima domanda che sorge spontanea è: “chi lo fa questo
sunto?”. Questa procedura non garantisce né l’imputato né chi deve fare
informazione perché ci si dovrà accontentare di un racconto di seconda
mano. E stiamo parlando di atti rilevanti ai fini del processo, non di
atti irrilevanti. ».
E per gli atti coperti da segreto?
«Ma
se questi atti hanno una rilevanza sociale, interessano l’opinione
pubblica e il giornalista ne viene in possesso è tenuto a pubblicarli.
Basta leggere le sentenze in materia della della Corte europea dei
diritti dell’uomo».
Invece le intercettazioni-gossip?
«Se la
preoccupazione è quella di mettere al riparo i personaggi pubblici,
bisogna ricordare che questi pagano il prezzo della loro notorietà e il
loro diritto alla privacy è attenuato. E più sono famosi è più è
attenuato. Ma è ormai chiaro che dietro queste proposte traspare il
desiderio recondito, trasversale, del mondo politico di regolare i conti
con l’informazione. Noi ci mobiliteremo come abbiamo fatto nel 2009.
Forti del fatto che esistono norme internazionali e che la Cedu ha
sempre sanzionato gli Stati che hanno tentato di limitare il diritto ad
informare ed essere informati.