Repubblica 9.9.17
Nel vertice per ricucire l’ex sindaco sosterrà che basterà una lista Il governatore toscano: sarebbe un errore
Mdp vuole un partito, Pisapia frena Rossi: ma così la nostra base si stufa
di Giovanna Casadio
ROMA.
«E poi basta punture di spillo continue a Giuliano». Nell’incontro di
martedì, quello che dovrebbe ricucire tra Giuliano Pisapia e Pierluigi
Bersani dopo lo strappo e la minaccia dell’ex sindaco di Milano di «fare
un passo indietro», la prima questione sul tavolo sarà di metodo.
«Affronteremo i nodi politici, ma di certo non è possibile assistere ad
attacchi come quelli di Enrico Rossi a Pisapia praticamente su tutto»:
ecco il tam tam che parte da Campo progressista, il movimento di cui
Pisapia è leader.
Rossi è il governatore della Toscana.
Fuoriuscito dal Pd con Pierluigi Bersani, Roberto Speranza e il nutrito
drappello di dem che hanno fondato Mdp-Articolo 1, è tornato ad
attaccare sull’attesa che «stanca e logora » e a chiedere di fare subito
il partito della sinistra, mettendo insieme Mdp, Campo progressista e
Sinistra Italiana. Chiede di muoversi: «Va costruita subito una forza
seria di sinistra, alternativa al Pd. Il dibattito sulla leadership,
Pisapia sì-Pisapia no, ha già stancato la maggioranza dei nostri
militanti e dei potenziali elettori». E, aggiunge, «aspettare,
tergiversare, avvitarci in una inconcludente e noiosa discussione
personalistica non serve, anzi ci logora e allontana da noi i tanti che
ci guardano con speranza».
Ma è proprio qui il primo scoglio.
Pisapia e i suoi escludono che possa nascere un nuovo partito,
soprattutto da una «fusione a freddo». E quindi? «Il partito va
costruito dopo, forse lo ha capito anche D’Alema il lungimirante, per
ora dobbiamo puntare a un progetto elettorale, a una lista, e di questo
parleremo nella riunione di martedì. Rossi cambi atteggiamento», insiste
Massimiliano Smeriglio che con Bruno Tabacci e Ciccio Ferrara dovrebbe
partecipare alla riunione.
Questione di forma e di sostanza, viste
le differenze sulla strategia politica, il rapporto con il Pd e la
lealtà verso il governo Gentiloni. Bersani a Torino, inaugurando la sede
di Mdp, la vede in positivo: «Con Pisapia siamo d’accordo sulle cose
concrete, sul fatto ad esempio che sia vergognoso bloccare la legge
elettorale, che bisogna correggere il Jobs Act, che sono gli
investimenti a dare lavoro e non gli sgravi e che si deve fare lo ius
soli ed è una pazzia non farlo, C’è una forza delle cose, e non ci
perderemo nella metafisica delle sfumature e nel politicismo». A
proposito di Pd, l‘ex segretario avverte: «Parleremo con tutti, anche
col Pd, ma o si capisce che c’è bisogno di una svolta e di discontinuità
secca o il Pd può andare per la sua strada, noi con la destra non ci
andremo ». Insomma, la stessa posizione di Pisapia, che ieri in una
intervista al Corriere ha ribadito: niente listone con i dem, nessun
appoggio per le regionali al rettore Micari in Sicilia, ormai a suo
avviso troppo poco civico e troppo stretto dall’abbraccio di Alfano.
Però no anche al candidato di Mdp, Claudio Fava. Ci saranno esponenti di
Campo progressista invece nella lista di Leoluca Orlando, il sindaco di
Palermo che ha proposto Micari. Su questo sarà resa dei conti. Il
manifesto di Mdp-Campo progressista partirà comunque dalla parola
d’ordine di Bersani: «Una forza di sinistra di governo contro un
centrosinistra che vira verso destra».