venerdì 8 settembre 2017

Repubblica 8.9.17
Emma Bonino “Così l’Italia si è messa in un pasticcio”
c. p.

ROMA. «L’accordo con la Libia voluto da Minniti? Ci siamo messi in un pasticcio che ci si ritorcerà contro. Siamo nelle mani delle milizie, di coloro che ieri erano i trafficanti e oggi si trovano a gestire l’anti-traffico. È inaccettabile ». Non usa mezzi termini la leader radicale ed ex ministra degli esteri Emma Bonino a proposito dell’accordo con la Libia per la gestione dei flussi di migranti.
«Il modello Minniti non mi convince. Hanno messo un tappo ma neanche troppo stagno, i trafficanti trovano altre strade, la marea la puoi governare, non fermare. Penso che questo modo di agire ci si ritorcerà contro. Sul piano politico, non mi pare che legittimare milizie e tribù rafforzi il già gracile governo di al-Serraj, semmai il contrario».
Vede nero Bonino sul futuro del nostro paese, e sulla situazione delle vite umane in fuga da guerre e fame bloccate in Libia. «In quel paese a l’Italia si è messa in un mare di guai. Nessuno può dirsi soddisfatto o gridare vittoria di fronte allo scempio di vite umane, agli abusi, alle violenze più atroci perpetrate nei lager libici. La lettura del rapporto di Medici senza Frontiere dovrebbe sollevare un moto di indignazione nell’opinione pubblica europea e di vergogna per i leader politici». Così ha conmentato parlando con l’Huffigton Post. E l’ex ministra, che conosce bene l’area di cui parla, pare poco convinta dalle recenti parole di Minniti che si impegnava affinché quei campi fossero gestiti dall’Onu.
«Le condizioni lì dentro sono gravissime, sono veri e propri campi di detenzione del governo, 20 del tutto off limits, dieci dove possono salutariamente entrare uomini libici dell’Onu». Così ha detto durante la presentazione del videospot della campagna di raccolta firme di Radicali italiani, “Ero straniero”. Per una legge di iniziativa popolare, che superi la Bossi-Fini e dia «regole certe all’integrazione nel nostro Paese, perché non ci si può sentire stranieri per tutta la vita». La proposta prevede canali diversificati di ingresso per lavoro, forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati sul territorio, misure per l’inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati, il voto amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità.