giovedì 7 settembre 2017

Repubblica 7.9.17
L’intervista.
Il Pulitzer attacca Trump: “Pensa solo alla sua base xenofoba”
Finnegan: “I muri portano al disastro la società americana”
di Antonello Guerrera

William Finnegan, 65 anni, giornalista e scrittore americano È l’autore di “Giorni Selvaggi”, premio Pulitzer nel 2016

MENTRE è in atto una nuova guerra fredda, l’editto di Trump sui “dreamers” conferma che l’America sta diventando un “Cold New World”, un nuovo mondo freddo, sostiene William Finnegan. Così si chiama una vecchia opera dello scrittore e giornalista americano, 65 anni, Premio Pulitzer nel 2016 con il bellissimo romanzo “Giorni Selvaggi” (edito da 66thand2nd) e autore sul New Yorker di numerosi articoli e reportage su immigrazione e razzismo negli Stati Uniti. In “Cold New World - Crescere in un paese più difficile”, Finnegan raccontava ragazzi di quattro comunità difficili americane, tra cui gli alienati teenager di origine messicana della West Coast. Ora, dopo l’annuncio del ministro della Giustizia Jeff Sessions, anche i “dreamers”, (ex) ragazzi senza documenti ma col “sogno americano”, cresceranno in un paese più difficile. «Dopo questa decisione vergognosa», commenta Finnegan che domenica sarà al FestivalLetteratura di Mantova e il giorno dopo al Circolo dei Lettori di Torino, «gli Stati Uniti diventeranno sempre meno ospitali, in balia di Trump e della sua amministrazione arcaica, nazionalista e spietata, rigettando nell’illegalità centinaia di migliaia di persone».
Perché Trump ha fatto questa scelta, Finnegan?
«È una mossa simbolica, come quasi tutti i suoi vuoti proclami, per dare un segnale alla sua base xenofoba, per riaccendere il senso di “minaccia culturale” nel Paese. Perché in concreto è una decisione catastrofica, anche economicamente ».
Sessions dice che i Dreamers rubano posti di lavoro agli americani.
«Ma non è vero. Oggi la disoccupazione in America è molto bassa e il vuoto che lascerebbero i dreamers non sarà mai colmato perché molto spesso sono impieghi stagionali o non qualificati che moltissimi americani non farebbero mai. Non a caso tante aziende sono contro questo provvedimento. Senza immigrazione, l’economia Usa crollerebbe ».
Al di là dei numeri, quali saranno le conseguenze sociali?
«Un disastro. È questo il vero punto della questione. Rigettare nell’illegalità i “dreamers” avrà un impatto sociale e psicologico gravissimo su di loro e su molti altri giovani tuttora irregolari. Il “sogno” si è spezzato, molti non si sentiranno più cittadini, non potranno più studiare e dunque stare lontani dai guai della strada. Sessions ieri in conferenza stampa li ha definiti più volte “illegal aliens”, mica persone. Ciò dimostra quanto sia crudele e inumano. Stanno giocando col fuoco: ci potrebbero essere conseguenze esplosive nella società. Obama ha ordinato più espulsioni di tutti contro gli immigrati irregolari ma si valutava caso per caso, non si sparava nel mucchio come ora».
Cosa succederà adesso?
«Il partito repubblicano di Trump è spaccato ma la corrente più “soft” e pro business sull’immigrazione, vedi John McCain, quasi sicuramente non riuscirà ad allearsi con i democratici per salvare queste 800mila persone approvando una legge al Congresso. Temono la reazione della parte più conservatrice. Insomma, tra sei mesi, una marea di persone sarà nei guai e a rischio espulsione, nonostante la maggioranza del paese sia con loro. Ma del resto, cosa ci si può aspettare da un codardo come Trump, che grazia lo sceriffo razzista Joe Arpaio mentre per scaricare i dreamers manda in tv Sessions, senza metterci neanche la faccia?».