Repubblica 7.9.17
Speranza (Mdp)
“Caro Pisapia acceleriamo noi avanti anche da soli”
Il leader dei demoprogressisti: Giuliano stesso disse alt ad Alfano
di Carmelo Lopapa
ROMA.
«Qui continuiamo a parlare di nomi, sigle, mentre siamo di fronte a un
processo politico più grande di noi, di ciascuno di noi: c’è un popolo
di sinistra disorientato che attende una risposta alla sua domanda.
Allora basta perdere tempo, basta stop and go e politicismi, è il
momento di correre». Roberto Speranza, coordinatore di Mdp, sostiene che
con Giuliano Pisapia, Campo progressista e le altre anime della
sinistra è il momento di stringere. E se poi l’ex sindaco di Milano
dovesse rinunciare, allora «il progetto andrà avanti comunque perché la
casa è più importante dei suoi inquilini».
Speranza, partiamo dai
veti incrociati che rischiano di far perdere il centrosinistra in
Sicilia? Fava contro Micari. Come ne venite fuori?
«La nostra
posizione è di grande coerenza. Siamo rimasti al tavolo del
centrosinistra finché non è apparso Alfano e con lui pezzi della destra.
Chi ha rotto è Renzi che ha deciso di fare del leader di Ap il perno di
una nuova coalizione, in Sicilia e poi magari alle politiche, di
riesumare il progetto di Partito della nazione che pensavamo
archiviato».
E quindi avete candidato Fava. Non è una scelta minoritaria finalizzata solo a far perdere il centrosinistra di Renzi?
«Fava
è all’altezza della sfida in Sicilia e oggi dice: se salta l’accordo
con Alfano si possono fare le primarie anche domani. Tocca al Pd
decidere».
Pensa che Pisapia sia d’accordo con questo schema? Fuori Ap e primarie in Sicilia?
«Non
tiro nessuno per la giacchetta. Ma da quel fronte abbiamo registrato
sempre chiusure molto decise nei confronti di alleanze innaturali.
Ognuno poi farà le proprie valutazioni».
Il 12 la riunione decisiva con Pisapia. Per andare dove?
«Io
dico: basta stop and go, basta politicismo. Ora bisogna correre,
offrire quell’alternativa che manca al Paese. Il Pd ha smarrito la
strada, non e più in grado di rappresentare una larga fetta del popolo
di centrosinistra e di intercettare la domanda di cambiamento. Il nuovo
percorso dovrà necessariamente passare da un momento di partecipazione
popolare. Non si decide nel chiuso di una stanza. Serve ad ottobre
l’elezione di un’assemblea democratica».
Pisapia sembra disponibile a patto che non sia un soggetto costruito solo per picconare il Pd.
«Il
Pd non sarà mai il mio nemico. Avrò sempre affetto per quella comunità
di cui ho fatto parte. Ma è evidente che le politiche degli ultimi anni
su lavoro, scuola, ambiente e fisco hanno disorientato la nostra gente.
Serve un’alternativa progressista».
Il progetto andrebbe avanti anche se Pisapia facesse un passo indietro?
«Io
mi auguro che il progetto coinvolga tutti. Detto questo, la casa è più
importante dei suoi inquilini, il cantiere è più grande di ciascuno di
noi. Andiamo avanti, speriamo con tutti, comunque con chi ci sta».
Puntate a far cadere Gentiloni con la manovra?
«Siamo
stati sempre responsabili, l’unica fiducia non votata è stata quella
sui voucher. A Gentiloni però diciamo fin d’ora che se immagina di fare
politiche sostanzialmente di destra basate su regalie e bonus fiscali,
allora i voti vanno chiesti alla destra e non a noi. Faremo proposte, su
quelle ci misureremo».