Repubblica 7.9.17
Tabacci (Cp)
“Troppe scorie dalla scissione Giuliano paziente non all’infinito”
L’“ambasciatore” dell’ex sindaco: Pd e fuoriusciti voltino pagina
di Monica Rubino
ROMA.
«Scorie della scissione mal digerita dal Pd». Per Bruno Tabacci è
questa l’origine dei litigi fra Mdp e Giuliano Pisapia. Già assessore al
Bilancio nella giunta arancione e ora braccio destro del leader di
Campo progressista, l’”ambasciatore” dell’ex sindaco di Milano ravvisa
in quella frattura irrisolta la causa delle divisioni sul caso Sicilia
fra le due anime di “Insieme”, il soggetto politico nato il primo luglio
a Roma in piazza Santi Apostoli.
Tabacci, a che cosa si riferisce?
«A un colloquio piuttosto animato a cui ho assistito ieri alla Camera».
Fra chi?
«Fra
Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria Pd, e Pier Luigi Bersani
di Mdp. Io ero lì, li ascoltavo e ho capito la radice del problema».
E qual è?
«Entrambi
si contrapponevano con elementi critici che derivano ancora dalle
conseguenze della scissione. Quel “vulnus” politico non è stato superato
».
Il Pd deve farsene carico?
«Si, non si può far pagare la
scissione né ai siciliani né al Paese: Pd e Mdp devono trovare il modo
di dialogare, altrimenti il centrosinistra consegnerà l’Italia a
Berlusconi, che è ritornato carico e competitivo».
La Sicilia tuttavia è un banco di prova per il centrosinistra. Pensa che Pisapia e bersaniani giungeranno a un’intesa?
«Nel
momento in cui sono tutti d’accordo a dare a Leoluca Orlando l’incarico
di individuare un candidato, per superare l’esperienza di Crocetta e
replicare il modello vincente di Palermo, non capisco perché poi gridare
allo scandalo quando ci si ritrova anche Angelino Alfano nell’alleanza.
Evidentemente gli amici di Mdp non hanno buona memoria».
Perché?
«Perché
tra le liste a sostegno del sindaco Orlando ce ne era una che si
chiamava “Democratici e popolari” con Pd e Ap. Inoltre si dimentica che
la Sicilia ha una lunga tradizione di trasversalismo».
Si riferisce al “milazzismo”?
«Si,
negli anni Cinquanta a sostegno del presidente Dc Silvio Milazzo scese
in campo una coalizione più che bipartisan, che andava dai missini ai
comunisti».
Quindi per lei i centristi non sono un problema?
«Non
sono un tifoso di Alfano, l’ho criticato più volte per il suo
doppiogiochismo. Ma noi che ne vogliamo fare di queste aree di centro?
Berlusconi sta mettendo insieme tutto il possibile e noi stiamo a
guardare? Basta pretesti, si ragioni di politica concreta».
Che messaggio manda ai bersaniani?
«Stabiliamo
una volta per tutte che non si può fare un centrosinistra senza il Pd.
Questo Giuliano lo sa bene. Mdp non può ragionare come Nicola
Fratoianni, che per carità stimo, ma che vuole fare una sinistra di
testimonianza, con nessuna possibilità di andare al governo. Non si può
restare appesi a posizioni ambigue».
Questi contrasti potrebbero esasperare Pisapia al punto da indurlo a lasciar perdere tutto?
«Lo
conosco profondamente come un uomo solido e concreto, ma di certo le
polemiche non lo aiutano. Non è uno che pianta grane, ma non vuole
nemmeno farsi rinchiudere in un angolo. Se il progetto unitario per cui
si è messo a disposizione dovesse diventare una cosa diversa, potrebbe
perdere la pazienza. E allora sarebbe un’occasione mancata».