Repubblica 7.9.17
Scuola, l’eterno concorso e le cattedre vuote
Orali ancora in corso dopo 19 mesi. Bocciati record, ma per chi ce l’ha fatta spesso il posto rimane un miraggio
di Corrado Zunino
ROMA.
Il concorsone per diventare professore o maestro — 63.712 cattedre
messe a bando e quasi il triplo, 165.578, i candidati — è in rampa di
lancio per diventare un nuovo atto pubblico infinito. Sono trascorsi
diciannove mesi da quando è stato bandito — 23 febbraio 2016 — e non si
vede la fine. La sua fase ortodossa, scritto e orale, si è conclusa da
poche settimane. In Sicilia in questi giorni, con una strage di
aspiranti docenti delle materne: le sopravvissute allo scritto non hanno
retto la lezione simulata. Ma il concorso a cattedre — oltre al numero
enorme dei partecipanti e alla mancanza di un filtro attraverso la prova
selettiva — sta diventando lungo in modo sfiancante perché quasi ogni
giorno al ministero dell’Istruzione approda una raccomandata che ricorda
la sentenza di un giudice: riaprite le graduatorie dei partecipanti.
Ecco, bisogna organizzare una “prova suppletiva” e infilarci dentro un
diplomato magistrale inizialmente escluso, o un insegnante tecnico
pratico (diplomati che fanno assistenza nei laboratori degli istituti
professionali). Il ministero chiedeva la laurea (e l’abilitazione) per
insegnare, per Tar e tribunali civili non sono fondamentali. Ha fatto
ricorso anche chi, per un errore del sistema informatico pubblico, è
stato dimenticato o inserito in una classe di concorso non richiesta.
Cifre ufficiali sulle prove suppletive il Miur non ne ha: aveva promesso
di chiuderle a giugno, ad agosto ha iniziato un censimento delle cause
perse. I sindacati parlano di altri diecimila candidati. Porterebbero il
totale dei partecipanti al concorsone a quota 175mila.
A Napoli
sono ancora in corso gli orali di “strumenti musicali”. In Sicilia
“strumenti” e “laboratori”. Lombardia, Lazio, Campania, tutte indietro. A
complicare le cose arrivano le diverse decisioni degli Uffici
scolastici regionali. Il sindacato Anief denuncia: «In alcune Regioni
non hanno tenuto conto dei candidati suppletivi, in altre hanno
pubblicato le graduatorie nuove ma non li hanno messi in ruolo, in altre
ancora li hanno assunti».
Uno dei problemi del concorso 2016 è
che dopo la vittoria non arriva — come s’immaginerebbe automatico —
l’assunzione. Per la scuola dell’infanzia e la primaria a metà settembre
entrerà un vincitore su dieci (le cattedre previste in questa classe
sono 17.299). In Puglia, infanzia sostegno, ci sono 18 posti a fronte di
118 selezionati. Il Miur assicura che saranno tutti assunti in tre
anni, ma con queste disponibilità si rischia una coda di un decennio. E
tra 23 mesi le stesse graduatorie non saranno più valide.
Il
concorso della Buona scuola di Renzi-Giannini, infine, non è riuscito a
riempire le lacune in materie storicamente non studiate dagli aspiranti
prof: matematica, chimica, informatica, spagnolo. Sono 17mila le
cattedre che si daranno in supplenza per mancanza di un candidato
naturale preparato. Sul sostegno è un disastro: mancano undicimila
docenti.
Nel 2018 si riparte dai concorsi: saranno tre, più
limitati, “transitori”, per sistemare i precari. A febbraio il primo
bando, riservato a chi è già nelle graduatorie di istituto.