La Stampa 7.9.17
Al Senato un piano per affossare il taglio dei vitalizi
Una modifica e la legge morirà alla Camera
di Andrea Carugati
Nessuno,
ai piani alti del Pd in Senato, dirà mai che la legge sui vitalizi non
deve essere approvata. L’idea che circola, al netto del fermo no di Ugo
Sposetti, è modificarla a palazzo Madama, magari sulla scorta delle
obiezioni di autorevoli costituzionalisti. E poi lasciare che si
inabissi alla Camera per il game over della legislatura.
L’ufficio
di presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato
inizierà a lavorarci il 12 settembre. Con grande probabilità sarà
nominato relatore il presidente della commissione Salvo Torrisi, di Ap,
che fu eletto presidente nell’aprile scorso con una santa alleanza di
tutte le opposizioni contro il Pd.
Una scelta che scatenò una
durissima reazione dei dem, e che fu criticata anche da Angelino Alfano,
che invitò invano il suo senatore alle dimissioni. Torrisi assicura che
dirigerà i lavori «con imparzialità» e non entra nel merito della
legge, ma è noto che Ap a luglio alla Camera ha votato contro
denunciando «l’incostituzionalità» della norma.
Dal 12 settembre
partiranno le audizioni degli esperti in commissione: costituzionalisti e
giuslavoristi cui sarà chiesto se vi siano profili di
incostituzionalità nella norma che applica il taglio dei vitalizi
retroattivamente agli ex parlamentari. Dubbi che il capogruppo Pd Luigi
Zanda vuole spazzare via prima di ogni altra valutazione nel merito. Lo
stesso giorno si riunirà la conferenza dei capigruppo del Senato che
potrebbe decidere quando calendarizzare il provvedimento per l’Aula. Il 1
agosto il Pd votò contro la richiesta del M5S di una procedura
d’urgenza. Ieri alla Camera i grillini hanno affermato che prima di
poter collaborare sulla nuova legge elettorale il Pd deve dare un
segnale approvando i vitalizi in Senato. «Se il Pd lo farà - è la sfida
pentastellata - per noi sarà il segnale che può riuscire a gestire i
franchi tiratori». Ma c’è di più. Durante il tour in Sicilia Alessandro
Di Battista ha detto che «se bloccheranno i vitalizi siamo pronti a
occupare le commissioni in Senato».
Una minaccia che non spaventa i
dem. Anche tra i meno ostili alla legge l’idea prevalente è che
«occorre comunque fare le modifiche necessarie». «Non approveremo una
legge pasticciata e scritta male», spiega un autorevole senatore Pd.
«Vogliamo una legge non punitiva per la politica».
Tra gli esperti
ci sono state finora opinioni diverse: l’ex presidente della Consulta
Giuseppe Tesauro è stato molto critico, sostenendo che «una legge non
può intervenire in materie di competenza dei regolamenti parlamentari,
perché altrimenti verrebbe violata l’indipendenza costituzionale
garantita a ciascuna Camera». Un altro ex presidente come Valerio Onida
ha invece spiegato che «nessun diritto acquisito è intoccabile, purché
si resti nei limiti della ragionevolezza». «Esamineremo il testo con
attenzione», ribadisce Zanda. Consapevole che, se saltasse il principio
di retroattività, la legge sarebbe svuotata di significato.