Repubblica 5.9.17
Pronto l’ordine esecutivo che ricaccia nella clandestinità 800mila figli di migranti irregolari cresciuti negli Usa
Trump cancella Obama ritorna nell’illegalità il sogno dei “dreamers”
di Vittorio Zucconi
Uscirono
in ottocentomila dal buio, i figli di migranti illegali quando il
Presidente Obama diede loro la possibilità di sognare nel 2012, ma in
queste ore Donald Trump li può condannare al ritorno nell’oscurità. Sono
gli ostaggi del Daca, dell’ordine presidenziale per la “Deferrred
Action”, per rinviare la decisione formale sul loro status legale e per
proteggere dalla deportazione coloro che furono portati bambini sul
territorio Usa da genitori senza documenti e senza colpe, che dovrà
essere cancellato, come Trump aveva promesso alla sua base elettorale
più xenofoba. E se la sua decisione, annunciata oggi, lascerà qualche
spazio all’ambiguità fra le promesse e la crudeltà, Trump, il campione
anti immigrazione, non può tradire, dopo il fiasco del “Muro che non
c’è” anche l’impegno per il grande rastrellamento dei “clandestini”.
La
condizione di questi “sognatori”, di questi adolescenti e giovani
adulti che vivono da almeno 16 anni in Usa e avevano osato cedere alla
speranza, è profondamente diversa da quella degli undici milioni di
“Illegal Aliens”, di stranieri che vivono senza permessi legali nei 50
stati americani. Sono tutti illegali a loro insaputa, bambini e bambine
che i genitori portarono via dalla violenza, dalla miseria abbietta,
dalla disperazione nei villaggi soprattutto del Centro America,ma anche
dell’Asia e dell’Africa, per inseguire un futuro nel “Sogno Americano”.
Criminali senza colpe, sono cresciuti nella sola nazione che abbiano mai
davvero conosciuto, illudendosi di essere parte di quelle scuole dove
studiavano, di quei campi e imprese dove lavoravano, a volte di quelle
Forze Armate nelle quali anno servito una Patria che ora non li
riconosce e può renderli tutti, da domattina, possibili deportati,
ributtati in nazioni dove non hanno mai vissuto.
C’è una speciale
efferatezza nella situazione dei “Dreamers” prodotta per l’effetto
paradossale dell’ordine emesso da Obama el 2012 per proteggerli. Quando
il Presidente si arrese davanti all’incapacità del Congresso di produrre
una seria riforma delle leggi sull’immigrazione, il Daca, Deferred
Action for Childood Arrivals, fu una toppa che a distanza di tempo e per
la vittoria di Trump e del suo furore anti immigrati rischia di essere
più lacerante delbuco. Il patto offerto da quell’ ordine presidenziale,
dunque non una legge federale ma una di quelle disposizoni esecutive che
Trump ha firmato a pacchi, era chiaro: voi “illegali” uscite
dall’oscurità, vi registrate presso l’agenzia federale per
l’immigrazione e in cambio lo Zio Sam vi concede il permsso di lavorare e
vivere come residenti legittimi per due anni, rinnovabili.
Sul
milione e 700 mila “clandestini a loro insaputa” piovuti da bambini sul
territorio Usa, 787 mila accettarono il patto e osarono “sognare”. Con i
loro nuovi documenti, i primi della loro vita, trovarono lavoro, si
iscrissero a università, comperarono automobiili, addirittura
acquistarono case facendo ottimisticamente mutui o si arruolarono
nell’Esercito, pensando di acquistare benemerenze. Si erano persuasi, si
erano illusi, che quella prima forma di legalizzazione fosse la strada
verso uno “ius soli” a scoppio ritardato, per loro che non erano nati
sul suolo americano, ma erano cresciuti e diventati adulti come
americani rispettosi della legge. Il 95 per cento dei “Dreamers” ha un
lavoro o studia, paga le tasse, alimenta l’economia, come sanno i
venditori di automobili che hanno venduto loro 400 mila macchine e le
banche creditrici. E come sanno gli imprenditori, della nuova e vecchia
economia, da Silicon Valley alle raffinerie di Houston che hanno
scongiurato Trump di rinnovare il Daca e non sottrarre al lavoro e alle
università 800 mila persone.
Erano stati gli “Attorney General”, i
procuratori generali degli Stati a maggioranza repubblicana dove erano
stati eletti, a muovere contro il Daca, minacciando cause contro Obama
accusato di azione incostituzionale e ora ricattano Trump promettendogli
ricorsi ai tribunali se non lo casserà entro oggi e non manterrà
l’impegno preso con gli elettori più ringhiosi, con quella base che
ancora non lo ha abbandonato nei sondaggi e alla quale lui resta
aggrappato.
Sarebbe stato più facile, anche se crudele, annullare
l’ordine di Obama e far tacere le ragioni del cuore, che dice di avere
“grande”, per quelle del consenso, se alla fine di agosto non si fosse
abbattuto sul Texas e su Houston il più violento uragano della storia
moderna. Proprio a Houston, e lungo la costa del Texas, vive un terzo di
quei “sognatori” nel limbo, la maggiore concentrazione insieme con la
California e la Florida. Dunque almeno 250mila persone, aggrappate a
quel “sogno” stanno riemergendo a fatica dalla devastazione dell’Uragano
Harvey, soltanto per trovarsi di fronte alla furia dell’Uragano Donald.