domenica 3 settembre 2017

Repubblica 3.9.17
Bufera sul manifesto razzista “Ora il Viminale intervenga”
Le accuse di Pd, Mdp e Si: “Forza Nuova incita all’odio e alla violenza” Per Matteo Renzi bisogna “ritrovare la strada della ragionevolezza”
di Paolo Berizzi

ROMA. Richieste di intervento del Viminale e della magistratura, interrogazioni parlamentari, un coro di polemiche: è bufera sul manifesto shock anti immigrati di Forza Nuova. La vicenda della locandina razzista ispirata alla propaganda fascista della Rsi - diffusa sul web per cavalcare strumentalmente lo stupro di Rimini e raccontata ieri da
Repubblica - è diventata un caso politico. Insorgono Pd, Mdp e Sinistra italiana, che parlano di “istigazione all’odio razziale” e di “grave reato”. E chiedono provvedimenti al ministro dell’Interno, Marco Minniti. «Se passa il messaggio dell’uno contro l’altro allora è un casino », è la presa di posizione del segretario del Pd Matteo Renzi, intervenuto ieri alla Festa dell’Unità di Modena. «Non deve passare un messaggio di paura e di preoccupazione. Come diceva Mitterrand - ha concluso Renzi - bisogna portare avanti la forza ragionevole, sennò non si va da nessuna parte». La provocazione lanciata dal partito di Roberto Fiore a pochi giorni dalla violenza sessuale di Rimini una riproposizione del manifesto ideato nel 1944 dall’illustratore di regime Gino Boccasile per la Repubblica sociale italiana, manifesto dove è raffigurato un soldato “alleato” di colore che violenta una donna italiana e la scritta “Difendila! Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia” - ha suscitato sdegno. «Questo vergognoso manifesto istiga all’odio razziale, individuando negli immigrati gli unici soggetti dediti ad attività delinquenziali», sottolineano i deputati di Mdp Giovanna Martelli e Arturo Scotto. «Condanniamo lo stupro senza selezionare gli aggressori attribuendo un valore differente basato sul “tipo di razza d’uomo”. Per questo - aggiungono - chiediamo al ministro Minniti di intervenire per evitare che il corpo delle donne diventi, attraverso la spettacolarizzazione di un crimine odioso come lo stupro, una strategia politica specifica con fini elettorali da parte di movimenti politici fascisti». Un’azione potrebbe arrivare nelle prossime ore anche dalla Procura di Roma, nel caso i magistrati ravvisassero nella locandina postata il 29 agosto sulla pagina Fb di Forza Nuova (migliaia di condivisioni), il reato, appunto, di istigazione all’odio razziale (violazione della legge Mancino). «Il bieco richiamo alla repubblica di Salò e ai servi dei nazisti è un chiaro incitamento al razzismo - dice il capogruppo di Si Giulio Marcon -. Chiediamo al ministro dell’Interno e a quello della Giustizia se non è arrivato il momento di dire basta a questa continua ostentazione dei simboli e delle odiose parole d’ordine dei nazifascisti e quali provvedimenti intendano prendere in questo caso». Preoccupazione è espressa anche da Pippo Civati, di “Possibile”, e dalla deputata dem Claudia Bastianelli che dice: «Il manifesto è gravissimo anche da un punto di vista giudiziario. È un reato, esattamente come è reato l’apologia del fascismo in ogni sua forma. Ha ragione Orlando: l’unico vero rischio è un focolaio fascista nel nostro Paese. E a noi l’unico nero che deve fare davvero paura è quello delle camicie». Sulla locandina al centro delle polemiche - con la donna bianca aggredita dal soldato di colore - campeggia lo slogan “difendila dai nuovi invasori”. La campagna forzanovista accosta gli stupri di oggi a quelli operati dai soldati angloamericani che hanno liberato l’Italia dal nazifascismo: «I nuovi barbari sono peggiori di quelli del ‘43/’45, oggi come allora fiancheggiati dai traditori della Patria». Il segretario di FN, Fiore, rivendica così l’iniziativa xenofoba: «La propaganda ha il compito di mettere in luce caratteristiche particolari di una notizia e dati che altrimenti non escono con chiarezza». Sostegno al manifesto shock anche da parte di Simone Di Stefano, vicepresidente di Casa-Pound Italia.