Repubblica 3.9.17
Il ministero della Salute boccia il piano
sulle scuole. Dagli aspiranti cardiologi ai pediatri, in 15mila
attendono il bando: “Anno accademico a rischio”. Martedì manifestazione a
Roma
“Non ci fanno specializzare” i giovani medici in piazza
di Ilaria Venturi
ERA
la grande riforma, avviata con la ministra Maria Chiara Carrozza, delle
scuole di specializzazione di Medicina, quelle che formano i futuri
chirurghi, cardiologi, pediatri, oncologi. Si è arenata, tre anni e tre
ministre dopo, sullo scoglio dell’accreditamento delle scuole. Il
rapporto presentato dall’osservatorio nazionale della formazione medica
specialistica, che si è concluso con la proposta di bocciatura di 135
strutture su 1.433, è stato a sua volta respinto dal ministero della
Salute per “deficit” nell’istruttoria. Una impasse che si è trascinata
la mancata pubblicazione del nuovo bando per l’accesso alle scuole:
doveva uscire a luglio, se va bene arriverà a novembre. Il ministero
all’Istruzione deve infatti attendere il via libera sulle scuole
accreditate per dire dove mettere i posti a concorso. Insomma, un
pasticcio che agita il mondo universitario e che fa infuriare le
associazioni dei giovani medici: «A rischio è il nuovo anno accademico».
Per salvarlo, la corsa è contro il tempo.
Il clima di tensione si
farà sentire martedì davanti a Montecitorio con una manifestazione
indetta dalla Sigm e dal comitato aspiranti specializzandi, con
l’appoggio di Federspecializzandi, per chiedere che si sblocchi subito
l’accreditamento delle scuole e il bando per i nuovi concorrenti stimati
tra i 13 e i 15mila per 6.105 borse nazionali e circa 600 contratti
aggiuntivi finanziati da regioni e privati. Un’altra protesta è
annunciata a breve in viale Trastevere dai giovani medici dell’Anaao che
reclamano almeno duemila contratti di specialità in più.
Il
segnale di un malessere diffuso che chiama in causa un sistema che
sforna più laureati dei posti che li attendono in medicina generale e
nelle scuole di specialità. «E poi che deve ancora arrivare l’onda lunga
dei 17mila ammessi a Medicina con il maxi ricorso », osserva Andrea
Silenzi, del segretariato giovani medici (Sigm). «Manca una vera
programmazione sui fabbisogni. Avremo sempre più necessità, per esempio,
di geriatri, oncologi, cardiologi: chi ci pensa?».
I giovani
medici chiedono qualità della formazione post laurea e futuro. Negli
ultimi due anni è stato avviato un lavoro di monitoraggio delle scuole
di specializzazione universitarie per garantire criteri quali strutture
all’altezza, tutor, un minimo di interventi chirurgici, di ricoveri o di
casi da vedere in reparto. «Su questo insistiamo », spiega Stefano
Guicciardi di Federspecializzandi. Una procedura voluta dai due
ministeri alla Salute e all’Istruzione, ma che si è fermata sulle
conclusioni a cui erano arrivati gli esperti: togliere l’accreditamento
al 10% delle scuole. Il dicastero della Lorenzin ha chiesto di rifare la
relazione, evidenziando “lacune” che avrebbero esposto a ricorsi.
Martedì, in concomitanza con il presidio, si riunirà l’Osservatorio per
studiare correttivi e trovare una via d’uscita.
«Non salterà
l’anno», promette il Miur annunciando l’uscita del regolamento il 6
settembre; poi dovrà seguire il bando e dopo 60 giorni il concorso,
anche questo riformato. Per la prima volta si sceglierà la specialità
solo dopo aver sostenuto la prova. «Un assurdo, va cambiato il bando —
contesta Domenico Montemurro, responsabile di Anaao giovani — e poi
vanno rivisti i criteri per l’accreditamento, ora troppo stringenti».
Sulla valutazione delle scuole Silenzi è netto: «Si vada avanti, dopo
due anni è inaccettabile uno stop all’ultimo miglio».