Repubblica 29.9.17
L’ovazione per Grasso e l’offerta dei bersaniani “Puoi essere il leader”
Star alla festa del partito, pronto un posto in lista o anche la premiership se salta l’intesa con Pisapia
di Liana Milella
ROMA.
L’invito è segreto, rivolto a Piero Grasso da Mdp. Diventare uno di
loro. Non appena sarà possibile. Quando il presidente del Senato avrà
dismesso i panni istituzionali. E – se la trattativa di Mdp con Pisapia
dovesse andare male – correre come leader dei bersaniani alle prossime
elezioni. Inutile cercare conferme ufficiali dallo stesso Grasso,
neppure in una giornata speciale come quella vissuta ieri a Napoli,
proprio alla festa di Mdp. Dove però è il “popolo” del partito che gli
si stringe intorno e lo incorona leader. Tributandogli applausi a scena
aperta. E dove Bersani ascolta in prima fila la sua intervista pubblica,
facendo più volte cenno di sì con la testa. Dopo un caffè riservato tra
i due, sarà Grasso a sedersi e applaudire colui che, da segretario del
Pd, nel dicembre 2012 gli offrì la candidatura convincendolo a lasciare
il vertice della procura nazionale Antimafia e poi lo volle al vertice
del Senato.
Reduce dalle feste del Pd e di Si, anche a Napoli
Grasso non conferma nulla dei retroscena che pure, di giorno in giorno,
si arricchiscono di dettagli. Quando Marco Damilano, dell’Espresso, gli
chiede se e con chi si ricandiderà, il presidente quasi si schermisce:
«Questa è stata un’esperienza entusiasmante. Il mio futuro non lo
conosco. Da presidente del Senato non posso dire nulla, altrimenti
domani non potrei presiedere l’aula. Ancora non lo so. Se c’è la
possibilità di fare quel percorso visionario potrei iniziarlo insieme a
chi è più visionario di me».
La platea lo incoraggia. Bersani
sorride. Lui – camicia aperta sul collo – spiega cosa intende per
centrosinistra: «Valori, principi e programmi che non si possono
tradire». Una stoccata che colpisce Renzi: «Non si può guardare al
centro e a destra». Poi la battuta che manda a mille l’applausometro:
«Da presidente del Senato devo essere superpartes però ero, e sono
rimasto, un ragazzo di sinistra». Diventa il leit motiv della serata. Un
chiaro messaggio a chi, giusto in queste ore, ha ceduto sullo Ius
soli:
«Alla sinistra chiedo di non fare passi indietro sui principi. Perché
non possiamo metterli da parte quan-do chiediamo i voti». Biognerà
attendere prima di sapere quale sarà la scelta di Grasso. Ma la sua
ricetta sul futu-ro del centrosinistra è già nelle parole che pronuncia a
Napoli: «Io sono un’idealista. Dico di ave-re la visione del futuro e
in testa l’obiettivo dell’unità a sinistra co-me unico obiettivo per non
perde-re». Gli viene spontanea la polemica -– «Ho detto una cosa
lapalissiana » – con Matteo Orfini che lo ha attaccato per aver chiesto
una legge elettorale «pienamente costituzionale». E fa affermazioni che
piacciono alla platea di Mdp. Come quella sull’etica della politica e
sulla scelta dei candidati «prima che intervengano indagini, processi,
condanne».
Legge elettorale, Ius soli, codice Antimafia. Grasso
parla chiaro e incassa applausi. Il codice? «Ho verificato, questa
misura è nel programma del Pd». Detto proprio mentre Orfini lo definisce
«un cedimento a una visione giustizialista». Il patto per cambiarlo?
«Sarebbe un boomerang ». Netto sullo Ius soli. «Non sono un utopista che
va contro il muro. Dobbiamo cercare i voti, mettere in salvo i conti.
Ma sono fiducioso che si possa aprire una finestra a novembre». E giù la
considerazione che il popolo di sinistra vuole sentire: «Non andiamo
dietro le paure, questa legge non c’entra con i migranti. Sono convinto
che sia un riconoscimento di diritti che già esistono e vengono
praticati». Poi la stoccata: «Mi sembra che si punti di più a
valutazioni elettorali che alla giustezza della legge». Quanto alla
legge elettorale Grasso ripete quello che dice da mesi, «è necessaria,
perché altrimenti ci sarebbe l’ingovernabilità». Un’ultima battuta, una
delle sue: «Basta usare il latino. È una bella lingua ma parlando di
Tedeschellum e Rosatellum la roviniamo».