Repubblica 21.9.17
Il caso Consip.
“Da archiviare le accuse a Woodcock” Sul padre di Renzi duello Napoli-Roma
La
procura della capitale chiederà di prosciogliere il pm indagato per
violazione di segreto e falso. Al Csm i dissidi sulle intercettazioni
di Dario Del Porto e Conchita Sannino
ROMA.
È pronta la richiesta di archiviazione della Procura di Roma per il pm
di Napoli Henry John Woodcock. Un capitolo si chiude, l’inchiesta
penale, ma restano tutte le altre spine del caso Consip. Mentre
emergono, dagli atti delle audizioni al Csm, divergenze sempre più nette
tra i sostituti di Napoli e di piazzale Clodio sulla necessità di
intercettare Tiziano Renzi, padre dell’ex premier. Nuove rivelzioni
anche sul braccio di ferro, consumatosi quasi due anni fa, tra le
diverse sezioni del palazzo partenopeo per l’assegnazione
dell’inchiesta- madre Romeo.
VERSO L’ARCHIVIAZIONE
I
magistrati guidati dal procuratore Giuseppe Pignatone hanno preparato la
richiesta di archiviazione per il pm napoletano indagato di falso e
rivelazione di segreto. I magistrati di Roma hanno quindi valutato che
il collega non ha commesso i reati: né ha trasmesso notizie al Fatto,
attraverso la giornalista Federica Sciarelli (a sua volta indagata e
prossima all’archiviazione); né ha avallato la tesi di una falsa pista
dei Servizi, nell’informativa redatta dal maggiore del Noe, Giampaolo
Scafarto. Si chiude così una vicenda che tiene il magistrato partenopeo
sulla graticola dal 27 giugno. Dinanzi al procuratore di Roma,
Pignatone, e assistitito dall’avvocato Bruno Larosa, Woodcock aveva
respinto ogni accusa. A quanto pare, gli hanno creduto.
DIVISI SU RENZI SENIOR
È
Nunzio Fragliasso, procuratore aggiunto a Napoli e reggente fino ad
agosto, a ricostruire, dinanzi alla prima commissione del Csm, le
divergenze tra i suoi colleghi napoletani e quelli romani sulla
necessità di “ascoltare” Renzi sr, tuttora sotto inchiesta a Roma per
traffico di influenze. Il padre dell’ex premier viene intercettato due
volte da Napoli pur senza essere indagato. La prima volta, il 5 dicembre
(giorno dopo la caduta del governo). A febbraio scorso, i carabinieri
del Noe insistevano per tornare a intercettare Renzi senior. La Procura
di Roma frenava: il reato ipotizzato a carico di Renzi padre non lo
consentiva. Ma i due pm napoletani decisero diversamente. «Mi dicono i
colleghi - ricorda Fragliasso - che l’intercettazione a Renzi sr è stata
concordata, addirittura disposta da loro ma di intesa con la Procura di
Roma». I pm capitolini raccontano invece una versione diversa.
PALAZZI: PRENDEMMO SOLO ATTO
Fragliasso
dice di aver chiesto chiarimenti al procuratore Pignatone che risponde
con due note (dell’aggiunto Ielo, e del pm Palazzi) in cui i due
magistrati «riferiscono di essere stati informati preventivamente da
Woodcock, ma di essersi limitati a prendere atto». Nella sua nota,
«Palazzi è articolato». E ricorda che più volte i carabinieri del Noe
«dapprima informalmente, poi anche per iscritto» - racconta Fragliasso -
avevano «rappresentato l’opportunità di intercettare Renzi sr ed egli
aveva sempre risposto negativamente tra l’altro sostenendo, è la
risposta scritta, che il titolo di reato non lo consensisse. Dopodiché
dice Palazzi: “Vengo informato delle iniziative dei colleghi napoletani,
mi limito a prenderne atto”».
D’AVINO: IO INDOTTO IN ERRORE
Si
consuma tra dicembre 2015 e luglio 2016 lo strappo fra il procuratore
aggiunto Alfonso D’Avino (Pubblica amministrazione) e Woodcock (Dda).
L’aggiunto rivendicava che l’inchiesta- madre Consip fosse assegnata
alla sua sezione, Woodcock chiedeva la co-delega alla pm Celeste
Carrano. Fragliasso ricostruisce: «In una riunione con il procuratore
Colangelo, si decise di procedere allo stralcio». Aveva vinto la linea
D’Avino. Eppure, lo stralcio non ci fu. Il perché, a questo punto, dovrà
spiegarlo al Csm l’ex procuratore Colangelo. Continua Fragliasso: «Sei
mesi dopo, viene avanzata una nuova richiesta» per fare entrare la
Carrano. La domanda è formulata diversamente: servono rinforzi, ci sono
tre nuovi pentiti. A quel punto D’Avino dice sì a Woodcock, ma al Pg
Luigi Riello riferirà «di essere stato indotto in errore».
SCONTRO TRA CONSIGLIERI
Su
Woodocock è scontro anche tra consiglieri al Csm. «Abbiamo sentito dai
lavori della Prima commissione che è radicalmente da escludere l’ipotesi
che il pm Woodcock sia responsabile della fuga di notizie sulla
telefonata Renzi-Adinolfi», annuncia il consigliere Piergiorgio
Morosini, al plenum del Csm di ieri. Replica Luca Palamara, relatore
(con Morgigni) su Consip in Prima commissione: «Non è rispettoso del
lavoro della Prima commissione annunciare l’esito dei lavori».
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Il pm Palazzi rispose ai colleghi partenopei che gli ascolti non potevano essere autorizzati
TRAFFICO DI INFLUENZE
Tiziano Renzi, padre del leader del Pd, è indagato per traffico di influenze nell’inchiesta Consip.
Avrebbe aiutato un imprenditore che tentava di avere appalti
MAGISTRATO
A
sinistra Henry John Woodcock, pubblico ministero a Napoli. L’indagine
che lo riguarda (è indagato per rivelazione di segreto istruttorio e
falso) sta per essere archiviata dalla procura di Roma
CARABINIERE
Giampaolo
Scafarto, ufficiale del Noe, il nucleo operativo dei carabinieri che ha
condotto le indagini sul caso Consip. È accusato di aver falsificato
alcuni resoconti di intercettazioni