venerdì 1 settembre 2017

Repubblica 1.9.17
Quei razzisti 17enni violenti per diventare famosi sul web
Acqui Terme, botte e insulti a un richiedente asilo Mentre gli amici incitano. Tutto in un video virale
di Maurizio Crosetti


UN CARNEFICE, due istigatori, una vittima con la pelle nera e un quarto che filma tutto col telefonino: perché se non riprendi non esisti, se non vai su YouTube e su Facebook non ci sei. Sembrano solo ragazzini scemi, invece sono iene. Minorenni. Il luogo è una tranquilla cittadina piemontese, Acqui Terme, da un secolo nell’orbita del benessere legato ai fanghi e, adesso, alle Spa. Non proprio il Bronx, ma è come se.
Il ragazzo nero (poi si scoprirà, un richiedente asilo) sta osservando resti archeologici vicino al Municipio, quando un bullo comincia a provocarlo, mentre le voci di due complici in qualche modo fanno il tifo, e un altro si dedica alle riprese: avrà già in mente di postarle, di catturare un sacco di visualizzazioni. Il filmato dura un paio di minuti e non è una scazzottata, è un viaggio nell’abisso. «Levati dal c.!» grida l’aggressore, poi comincia a spintonare. Intanto le altre due iene sghignazzano, «Eh eh, gli ha detto don’t touch me, sì, don’t touch ‘sto c.!». Il bullo ha la canotta nera, si sta caricando, deve farlo per il suo pubblico. «Io pensavo che lo picchiavi! » fa una delle voci, mentre l’altra si inserisce: «E pum! Adesso carica il destro e lo sdraia!».
Il ragazzo aggredito allunga le braccia per difendersi, qualche passante sullo sfondo non si volta neppure, si sa che Pilato è anche peggio di Giuda. «Mo’ ficcagliene uno!» insiste la iena. Il carnefice ha deciso che non basta così, deve farla pagare a quel nero: lo spinge verso il bordo della strada dove sfreccia un camion a pochi centimetri, lo abbranca con una mossa da arti marziali e lo abbatte. «Negro bastardo, l’ha preso!» E quell’altro continua a filmare. Il ragazzo cade molto male, di schiena, può spezzarsi l’osso del collo. Alla fine interviene un uomo, il suo nome è Davide, e dice di smetterla. «Ma cosa stai facendo?» domanda. «Niente, dài», risponde una voce. Niente.
Niente più che provocare, minacciare, aggredire e colpire un ragazzo nero, perché è così che funziona adesso. Se i neri vanno in piscina s’indigna Salvini, se una cameriera nera serve in un locale di Cortina con addosso il costume tipico bisogna stroncarla su Tripadvisor, se due neri si riposano su una panchina a Forte dei Marmi sono certamente due migranti a sbafo, mica una leggenda del basket e una star di Hollywood. Il nero è nemico, continua minaccia, ladro di spazio e lavoro e sussidio. Le belve lo annusano da lontano come un animale ferito e lo isolano, poi lo sbranano.
I carnefici stavolta sono ragazzi normali, come no. Due diciassettenni di Acqui identificati dai Carabinieri e denunciati alla Procura dei minori di Torino per lesioni e istigazione a delinquere, mentre il nero era ricoverato al pronto soccorso con un trauma cranico per fortuna lieve. Il fatto è accaduto l’8 agosto, ma è stato scoperto ieri perché ormai virale nel mondo degli youtuber. Anche il male, adesso, comincia a esistere davvero solo quando si fa spettacolo e rimbalza nell’arena virtuale, lui invece così reale. Un corpo martoriato e una persona umiliata ricevono, per così dire, certificazione ufficiale. Ma stavolta c’è di più. Ci sono gli zainetti dei carnefici, le loro parole che vorrebbero essere scherzose, in fondo che c’è di male? Quel nero è una lucertola da rincorrere per mozzarle la coda, un ragno a cui strappare le zampe, è quasi logico che sia una vittima e accetti la parte: per forza, è nero.
Di questa lunga, infinita scena fanno molto male non solo i colpi dati, non solo la solitudine della vittima, il suo essere inerme e per nulla decisa a battersi pur essendo più grossa dell’aggressore, ma non violenta come lui. Feriscono le battute di coloro che si sentono spettatori e invece sono kapò, complici dentro la zona grigia, quelli che potevano fare qualcosa e non l’hanno fatto, anzi hanno contribuito a rendere più profonda l’offesa, più insanabile la ferita. E il bello è che ridevano. Cosa sarà mai successo? Solo un negro bastardo da sdraiare. Niente, dài.