Repubblica 19.9.17
Orlandi, il dossier shock che indigna il Vaticano “È tutto falso e ridicolo”
La
Santa Sede avrebbe speso 483 milioni di lire fino al 1997 per mantenere
la giovane scomparsa 14 anni prima. Il fratello: “Il muro sta cadendo”
di Paolo Rodari
CITTÀ
DEL VATICANO. Nuovo colpo di scena sul caso di Emanuela Orlandi, la
cittadina vaticana scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983 all’età di 15
anni. Secondo un documento pubblicato ieri dal giornalista Emiliano
Fittipaldi — che sulla vicenda sta anche per far uscire un libro
intitolato “Gli impostori” — la Santa Sede avrebbe speso 483 milioni di
vecchie lire per allontanare la ragazza dall’Italia e garantirle dal
1983 al 1997 vitto e alloggio in un pensionato di Londra, cure mediche
comprese. «Falso e ridicolo», tuttavia, ha definito quel documento il
portavoce vaticano Greg Burke. Ben più dura, nella serata, la segreteria
di Stato vaticana che «smentisce con fermezza l’autenticità di quelle
carte e dichiara del tutto false e prive di fondamento le notizie in
esse contenute. «Soprattutto — aggiunge la Segreteria di Stato —
rattrista che con queste false pubblicazioni, che ledono l’onore della
Santa Sede, si riacutizzi il dolore immenso della famiglia Orlandi, alla
quale viene ribadita partecipe solidarietà».
Il documento
pubblicato da Fittipaldi appare su carta semplice, senza intestazioni
ufficiali, né timbri né firme manoscritte. È composto da cinque pagine e
datato marzo 1998. S’intitola «Resoconto sommario delle spese sostenute
dallo Stato Città del Vaticano per le attività relative alla cittadina
Emanuela Orlandi». A redigerlo — indirizzandolo all’allora sostituto
della segreteria di Stato Giovanni Battista Re e per conoscenza
all’allora “ministro degli Esteri” Jean Louis Tauran — sarebbe stato il
cardinale di origini novaresi Lorenzo Antonetti, dal 1995 alla fine del
1998 presidente dell’Apsa (l’Amministrazione del Patrimonio della Sede
Apostolica, che funge anche da ente pagatore del Vaticano). La lettera
sarebbe stata accompagnata da 197 pagine di fatture e giustificativi
(non più presenti), e contiene il rendiconto delle spese che il Vaticano
avrebbe sostenuto per gestire il rapimento della Orlandi e la sua
permanenza all’estero nonché le spese sborsate per indagare su un
dichiarato «depistaggio», per le indagini private, per attività
espletate dall’allora segretario di stato Agostino Casaroli e
dall’allora vicario di Roma Ugo Poletti. Fittipaldi ha spiegato di non
sapere se il documento sia vero oppure no. E ha ricordato che il punto è
un altro. «Se fosse vero è gravissimo, ma anche se è un falso costruito
ad arte ci troveremmo di fronte all’inizio di Vatileaks 3», ha
sottolineato il giornalista, ricordando che lo stesso documento esce
dalla cassaforte della prefettura della Casa Pontificia.
«Non ho
mai visto quel documento pubblicato da Fittipaldi, non ho mai ricevuto
alcuna rendicontazione», ha comunque detto il cardinale Re. Mentre
Oltretevere si fanno notare alcune sbavature che difficilmente un
porporato navigato come era Antonietti avrebbe potuto commettere. Si
sarebbe, infatti, rivolto a Re chiamandolo «Sua Riverita Eccellenza…» e
non, come avviene solitamente, «Sua Eccellenza Reverendissima». Mentre
il secondo nome di monsignor Tauran è scritto sbagliato: Luis invece di
Louis. «Qualsiasi documento può essere falso — ha in ogni caso
commentato Fittipaldi — ma questo era in una cassaforte del Vaticano. Se
è un falso è di un interno che conosce bene questa vicenda». «Il muro
sta cadendo», scrive su Facebook Pietro Orlandi, fratello di Emanuela.
Mentre la famiglia chiede d’incontrare il segretario di stato vaticano
«con serenità, non contro ma per cercare insieme la verità», dichiara
Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi. E ancora: «Francesco dice
sempre che la verità non è negoziabile, vorremmo cercarla insieme »