Repubblica 18.9.27
Svolta di Hamas: pronti a lasciare Gaza
Riconciliazione con Fatah. L’Egitto media un accordo che potrebbe sanare una frattura lunga 10 anni
di Francesca Caferri
DOPO
dieci anni di tensioni, la frattura fra Hamas e Fatah che ha
condizionato la vita e la politica dei Territori palestinesi dal 2007
potrebbe avviarsi verso una conclusione. Il movimento islamista ha
annunciato ieri di essere pronto a dissolvere il governo ombra che
controlla la Striscia di Gaza e la vita dei suoi due milioni di abitanti
e a cedere il potere all’esecutivo di Ramallah, accettando di
partecipare poi alle prossime elezioni nazionali. Hamas controllava Gaza
dal 2007 dopo che un violento braccio di ferro aveva portato alla
cacciata degli uomini del movimento rivale. Le tensioni con Fatah, che
gestisce il resto dei Territori palestinesi, in questi dieci anni non
hanno fatto che moltiplicarsi: l’ultima crisi, qualche mese fa, aveva
portato a un taglio degli stipendi per i dipendenti pubblici e degli
stanziamenti erogati da Ramallah per la Striscia, provocando un
ulteriore impoverimento in quella che è già una delle zone più misere
del Medio Oriente.
L’accordo è stato raggiunto grazie
all’intervento diretto dell’Egitto, che ha mediato fra le due parti: se
fosse applicato rappresenterebbe una svolta per la situazione nei
Territori palestinesi e per i rapporti fra questi ultimi e Israele. Ma
la prudenza in questo caso è d’obbligo: già in passato le due parti
avevano annunciato riavvicinamenti che non si sono mai tradotti in
fatti. E soprattutto restano ancora tutte da discutere alcune questioni
chiave da cui dipende la sopravvivenza di Gaza e dei suoi abitanti:
dalla riapertura stabile del valico di Rafah che collega la Striscia
all’Egitto e che è il suo principale punto di collegamento con il mondo
esterno. Al ripristino delle sovvenzioni necessarie per pagare i conti
dell’elettricità che approvvigiona la zona. Alla fondamentale questione
del controllo dei valichi di frontiera con Egitto e Israele.
Tutti
temi su cui la parola fondamentale spetterà al presidente palestinese
Abu Mazen, che ha annunciato che studierà il dossier al ritorno da New
York, dove si trova per l’Assemblea Onu.