Repubblica 13.9.17
Cittadinanza: crollano i sì dal 70 al 50% in pochi mesi
di Fabio Bordignon Alice Securo
Crescono i timori sugli immigrati e fa breccia la campagna dell’opposizione
Un
crollo, nell’arco di pochi mesi. Il numero dei favorevoli alla
concessione della cittadinanza italiana, ai figli di immigrati nati nel
nostro paese, arrivava al 70%, lo scorso febbraio. Nell’arco di pochi
mesi, tuttavia, l’orientamento dell’opinione pubblica è radicalmente
mutato, e la disponibilità riguarda, oggi, poco più di un cittadino su
due. È quanto emerge dalla rilevazione dell’Osservatorio europeo sulla
sicurezza, realizzata nei giorni scorsi.
L’apertura degli
italiani, sul fronte dei diritti dei migranti, è sempre stata elevata.
Ciò valeva anche nelle fasi maggiormente segnate dalla paura dello
“straniero”. Valeva, a maggior ragione, nei confronti di chi straniero
non è, essendo nato in Italia. Valeva: fino a pochi mesi fa. Cos’è
successo, in un arco di tempo così breve? Anzitutto, è tornata la paura,
come testimoniano i dati presentati in queste pagine. Soprattutto, tale
cambiamento del clima d’opinione ha incrociato il dibattito
parlamentare sullo ius soli. Va precisato che il quesito proposto agli
intervistati non fa riferimento, in modo esplicito, al testo attualmente
bloccato a Palazzo Madama. Il disegno di legge già approvato alla
Camera propone, infatti, il principio dello ius soli temperato -
destinato ai bambini che abbiano almeno un genitore con permesso di
soggiorno di lungo periodo affiancato al criterio dello ius culturae -
che prevede la cittadinanza per i minori nati in Italia, o arrivati
entro i 12 anni di età, che abbiano completato almeno 5 anni di percorso
formativo. La pressione esercitata dalle forze di opposizione sembra
avere sortito visibili effetti, sia nei confronti del Parlamento sia nei
confronti dell’opinione pubblica. Al punto che il capogruppo Pd al
Senato Luigi Zanda, pur ribadendo l’impegno del proprio partito, ha
dichiarato ieri che mancano i numeri per l’approvazione della legge. Del
resto, le esitazioni dei partner di maggioranza, Alfano e Ap, sono note
da tempo. E prevedibili, se si considera che l’apertura sulla
cittadinanza declina vistosamente, spostandosi dagli elettori collocati a
sinistra –favorevoli in oltre il 70% dei casi – a quelli che si
autodichiarano di centro o di (centro-)destra. Gli elettori del M5s, su
questo come su altri temi, riflettono esattamente gli orientamenti
generali, dividendosi a metà nei loro giudizi. Mentre i vertici del
Movimento, un tempo favorevole allo ius soli, affermano ora che “le
priorità sono altre”. Difficile, in questo quadro, che si possa giungere
all’approvazione finale.
Almeno, in questo Parlamento.