martedì 12 settembre 2017

Repubblica 12.9.17
Pd, il fronte degli anti-Renzi con Pisapia e Calenda
di Giovanna Casadio

ROMA. L’effetto-sorpresa è nella presenza di Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, in passato corteggiato anche dal centrodestra, e che comunque si impegna ora «per un nuovo centrosinistra». Calenda sarà insieme ad Andrea Orlando, guardasigilli e leader della sinistra dem, e Giuliano Pisapia, a capo di Campo progressista: sabato a Roma in un’assemblea scalderanno i motori in vista delle elezioni. Partendo dai programmi fanno sapere gli orlandiani - ma anche «alzando la voce sulla legge elettorale ». Andrea Martella, che ha seguito come coordinatore la campagna di Orlando per le primarie del Pd, dice che sulla legge elettorale l’immobilismo non è accettabile. E in questi giorni sulla chat della corrente orlandiana (battezzata “Dems”) la parola d’ordine sulla legge elettorale è: «Non cediamo, va fatta».
Il parterre di sabato farà la differenza. Ci sarà Nicola Zingaretti, governatore del Lazio. La locandina dell’iniziativa è ancora provvisoria perché si aspetta la risposta di Dario Franceschini all’invito e un segnale da Mdp. «Non sappiamo se Dario ci sarà, ci farà sapere» dicono i promotori. Ma l’asse Orlando-Franceschini ha già dato prova di voler battersi per un modello elettorale con premio di governabilità alla coalizione, per non consegnare il paese dopo il voto politico al caos e all’instabilità. «Il comune denominatore – ha ripetuto più volte il guardasigilli – è il premio di governabilità: si tratta solo di capire quale sia la soluzione che può mettere insieme più consensi in Parlamento»..
Con Mdp il confronto è complesso. Molto dipende da quanto accadrà oggi. «È il giorno del chiarimento» ammette Roberto Speranza. E infatti stamani nelle sede romana dei demoprogressisti si incontrerano Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Speranza, Enrico Rossi e Arturo Scotto con Pisapia e la sua squadra composta tra gli altri da Massimiliano Smeriglio, Ciccio Ferrara, Bruno Tabacci. In ballo c’è il nuovo partito della sinistra. Mdp propone un’assemblea costituente. Ma Campo progressista mette i paletti: «Noi vogliamo un soggetto politico elettorale di centrosinistra con la leadership di Pisapia. Non ci arrendiamo né al listone con il Pd né al listino della sinistra radicale». Frenata quindi sul partito, che – spiegano, dopo una riunione tenutasi ieri – non può essere un’operazione a freddo. Campo progressista fa sapere anche che l’obiettivo è costruire coalizioni di centrosinistra nelle Regioni che andranno al voto nel 2018 e spostare a sinistra l’asse del governo Gentiloni, senza bordate che lo mettano a rischio come quelle dei demoprogressisti sulla manovra. Competizione con il Pd, che però non è il nemico: quindi no a un cartello anti- Renzi. E poi ci sono candidati da selezionare, un comitato di garanti da creare. «Gli aspetti organizzativi vengono dopo», commenta Smeriglio. Dopo avere sbrogliato i nodi politici che sono tanti e di cui l’affaire Sicilia – con la spaccatura tra Pisapia e Mdp sul candidato governatore - è cartina di tornasole. «Ora bisogna correre, non tentennare», ha ribadito ancora ieri Speranza.