Repubblica 12.9.17
Nel nostro Paese si registrano 11 denunce ogni giorno, quattromila l’anno mentre in Germania ci sono 27mila casi
Emergenza stupri
In Italia meno che in Europa Gli esperti: il sommerso fa paura
Il
sociologo Colombo: “Non emergono le violenze che una donna subisce
dentro casa” “Nei paesi nordici sono più propense a denunciare perché
hanno più supporto”
di Vladimiro Polchi
ROMA.
Quasi trecento violenze sessuali al giorno, più di centomila ogni anno.
La piaga degli stupri colpisce tutta Europa: se in Italia dopo gli
ultimi fatti di cronaca è scattato l’allarme, il resto del continente
non se la passa affatto meglio. Qualche numero aiuta a capire: due anni
fa in Germania sono stati denunciati oltre 27mila casi di violenza
sessuale, quasi 20mila in Francia. E in Italia? Quattromila. «Ma
attenzione — avvertono gli esperti — questo non vuole dire affatto che
le violenze reali nel nostro Paese siano meno che altrove: è infatti il
sommerso a far paura».
In Italia si registrano mediamente undici
denunce di stupro ogni giorno, 4mila l’anno. Con un lieve calo nel corso
del tempo. Anche gli ultimissimi dati forniti dal Viminale fotografano
una diminuzione: le violenze sessuali tra gennaio e luglio 2017 sono
state 2.333, contro le 2.345 denunciate nello stesso periodo dell’anno
scorso. Una tendenza confermata dal resto d’Europa. L’Eurostat infatti
registra un calo delle denunce: dalle 120mila del 2008 alle 107mila del
2015. A stupire sono i dati dei singoli Paesi. Si scopre così che, pur
considerando la sua popolazione di 82 milioni di abitanti, la Germania
registra la cifra shock di 27.243 stupri denunciati in un anno. Una
classifica della violenza, in cui spicca anche la posizione della
Francia con 19.985 casi nel 2015 e della Svezia con ben 11.774. In
Inghilterra e Galles nel 2014 erano state addirittura 35mila le violenze
sessuali denunciate alla polizia.
Ma i dati tradiscono la realtà.
«Il numero degli stupri denunciati in Italia è decisamente più basso
rispetto alla situazione reale — avverte Asher Colombo, sociologo
all’università di Bologna — basta leggere l’ultima indagine a campione
effettuata dall’Istat. Da lì risulta che sul totale delle violenze
dichiarate dalle donne, le denunce effettive sono state molto meno della
metà ». Insomma, gli esperti mettono in guardia dal ragionare solo
sulla base delle denunce alla polizia. «Le violenze in famiglia —
aggiunge Colombo — emergono molto raramente, per la maggiore difficoltà
delle donne nel denunciare il partner, ma anche perché spesso la vittima
neppure riesce a identificare come violenza quello che subisce tra le
mura di casa». Quanto ai confronti internazionali, il dato è ancora più
incerto. «Paragonare un Paese con un altro è quasi impossibile — spiega
il sociologo — perché le stesse fattispecie penali che inquadrano il
reato sono diverse e dunque diversi sono i risultati finali». Non solo.
Il
fatto che in uno Stato ci siano più denunce non vuol dire per forza che
ci siano più violenze sessuali che altrove: «Può accadere che in alcuni
Paesi, come quelli nordici — sostiene Colombo — le donne siano più
pronte a denunciare per cultura o anche solo per maggiore supporto, come
la presenza capillare di centri antiviolenza o una migliore efficacia
degli strumenti legislativi».