Repubblica 11.9.17
Sylvi Listhaug e il voto di oggi in Norvegia
E la leader di Oslo “La nostra ricetta contro gli immigrati”
intervista di Andrea Tarquini
ELEZIONI
parlamentari col fiato sospeso oggi in Norvegia. Gli ultimi sondaggi
danno la coalizione dei conservatori della premier Erna Solberg, dei
progressisti (liberali ma antimigranti, come tutte le nuove destre
scandinave) e di alleati minori a 87 seggi contro gli 86 dell’eterogeneo
blocco di sinistra del leader laburista Jonas Gahr Stoere: la
suspence
è alta, per i dubbi sulla tenuta dei partiti minori e l’incertezza tra
voglia di continuità o di alternanza. Dal 2013 la Solberg ha governato
bene: uso dei soldi del fondo sovrano più ricco del mondo e addio dolce
al petrolio per compensare il crollo dei prezzi del greggio e lo shock
dei costi dell’immigrazione. La polemica è alta. Personaggio-chiave del
voto è la giovane e combattiva leader della nuova destra, Sylvi
Listhaug.
Va cambiato il modello scandinavo?
«La Norvegia è
un grande paese, con un welfare che si cura dei cittadini e servizi
pubblici ammirati dalla maggior parte del mondo. Ma l’immigrazione crea
problemi. Un welfare generoso e un’immigrazione forte non possono
coesistere, lo abbiamo visto in diversi paesi. Perciò sono importanti
leggi restrittive sull’asilo e la migrazione, e occorre garantire che
migranti non bisognosi di protezione siano respinti ».
Quanto ritiene pericoloso il problema migranti?
«La
maggior parte di loro rispetta le leggi e si integra. Ma alcuni no,
molti restano fuori dal mercato del lavoro, diventano dipendenti dai
sussidi, alcuni cadono nel mondo del crimine. E i valori norvegesi e
occidentali di libertà d’espressione e religione e gender equality sono
essenziali. Purtroppo vediamo forze ostili a tali valori, usano la
libertà per imporre alla moglie burqa o niqab. Incompatibile, credo, coi
valori norvegesi».
Preferisce continuare la coalizione coi conservatori o andare all’opposizione se il labour vince?
«Abbiamo
governato bene: meno tasse, più strade scuole e ospedali. Nel mezzo
della crisi dell’immigrazione, introducendo le leggi più severe. Spero
che gli elettori ci diano altri quattro anni».
In Norvegia come altrove la sinistra sembra in difficoltà. Come va con Stoere?
«Mi
sembra abbia perso il contatto con gli elettori, parla di crisi
dell’occupazione quando abbiamo uno dei tassi più bassi d’Europa. La
gente vede invece la crisi dell’immigrazione: è un problema per le
sinistre se tengono solo alla political correctness anziché parlare di
fatti reali».
Quanta Europa e quanta sovranità nazionale propone?
«Ci
serve il commercio con l’Europa, per garantirci la sicurezza
dell’export, ma dobbiamo anche garantire che la Norvegia conservi la
sovranità nazionale. Ogni paese è meglio che risponda da solo alle sfide
che affronta».