Repubblica 10.9.17
Scienza e coscienza
Quando Nobel inventò il Nobel
Non
voleva passare alla storia per il brevetto della dinamite (che aveva
depositato centocinquanta anni fa) così il chimico svedese ideò il
premio che ha cambiato la vita di tanti scienziati Di chi l’ha vinto e
di chi l’ha “perso”
di Massimiano Bucchi
La scena
potrebbe essere stata più o meno questa. Una mattina dell’aprile 1888,
Alfred Nobel sfoglia i giornali mentre fa colazione nella sua bella casa
di Parigi, al numero 53 di avenue de Malakoff. Sobbalza sulla sedia. Il
giornale riporta il suo necrologio. Sì, proprio il suo! E che titolo: “
Il mercante di morte è morto”. C’è un errore, naturalmente. Il
quotidiano ha scambiato Alfred per il fratello maggiore Ludvig, morto
qualche giorno prima. Il nome è sbagliato, il necrologio è sbagliato, ma
quel titolo, “Il mercante di morte è morto”, è proprio per lui:
chimico, inventore e imprenditore di straordinario successo, titolare di
355 brevetti, tra cui quelli della dinamite ( nel 1867, centocinquanta
anni fa) e della gelatina esplosiva, anche se quasi mai le sue
invenzioni sono state effettivamente impiegate in contesti bellici. La
sorpresa lascia posto allo sconforto e all’amarezza. Dunque è così che
sarò ricordato, pensa. Poi torna al suo laboratorio, ai suoi mille
progetti, alla sua vita perlopiù solitaria e schiva. Ma il pensiero di
quel necrologio, di quel giudizio così duro da parte dei suoi
contemporanei, non lo abbandona.
Sette anni dopo, nel 1895,
quattro uomini vengono convocati in gran segreto al club
svedese-norvegese di Parigi. L’amico Alfred Nobel chiede loro di fare da
testimoni alla firma del testamento che ha scritto qualche giorno prima
da solo, senza consultarsi con alcun legale. Il testamento è breve, sta
tutto in una pagina, e annulla tutte le disposizioni precedenti.
In
poche righe che cambieranno per sempre la scienza e la sua immagine
pubblica, Alfred Nobel dispone che “tutto il resto del patrimonio
realizzabile” sia destinato a premiare le scoperte o invenzioni più
importanti in fisica, chimica e medicina; all’opera letteraria più
notevole “di ispirazione idealistica”; a chi più si sia prodigato per
“la fraternità delle nazioni”.
Il breve testo contiene tutto ciò
che stava a cuore a Nobel. C’è la scienza, il suo lavoro e la sua vita.
C’è la letteratura, una delle sue più grandi passioni. C’è la pace
mondiale, un tema che lo aveva molto appassionato negli ultimi anni.
Infine, la sua esperienza di cosmopolita e poliglotta, da cui
“l’espresso desiderio che i premi siano assegnati senza tenere in alcun
conto la nazionalità dei candidati”.
Alfred Nobel muore il 10
dicembre 1896. Neppure i parenti sanno nulla del testamento. Inizia una
frenetica corsa a ostacoli in cui gli esecutori testamentari dovranno
rastrellare il patrimonio (31 milioni di corone, circa 177 milioni di
euro ai valori attuali) in giro per l’Europa, difenderlo dalle pretese
di parenti ed ex amanti, superare lo scetticismo degli stessi scienziati
svedesi chiamati ad attribuire i premi.
Il 10 dicembre 1901, nel
quinto anniversario della morte di Nobel, nel salone dell’Accademia
reale svedese della musica a Stoccolma, vengono finalmente assegnati i
primi Nobel della storia. Sono per la fisica il tedesco Röntgen; per la
chimica l’olandese van’t Hoff, per la medicina il tedesco von Behring;
per la letteratura il francese Prudhomme (il premio per la pace è
conferito a Oslo).
Da quel 10 dicembre 1901 a oggi (nel 2017 si
comincia il 2 ottobre con la medicina) la macchina messa in moto sulla
base delle volontà di Nobel non si è ( quasi) mai fermata. Dal 1901 al
2016 hanno ricevuto il premio Nobel 885 individui e ventisei
organizzazioni. In particolare nelle scienze sono stati assegnati
centodieci premi per la fisica a 204 premiati; 108 premi per la chimica a
175 premiati; 107 premi per la medicina o fisiologia a 211 premiati.
In
oltre un secolo non sono mancate critiche e polemiche. Quelle più
comuni riguardano le scelte dei premiati. Il libro Come vincere un
Nobel. Il premio più famoso della scienza racconta come si sia arrivati
ad alcune attribuzioni piuttosto discutibili (o quantomeno, oggi
giudicate discutibili); come contributi e scienziati significativi siano
rimasti “fantasmi” ignorati dal premio; come si sia rischiato di
escludere dal premio più celebre della scienza uno degli scienziati più
grandi e celebrati del Ventesimo secolo.
La storia del premio
Nobel si intreccia fin dall’inizio con quella dell’immagine pubblica
della scienza. Il significativo ammontare in denaro del premio e le
polemiche scoppiate dopo la pubblicazione del testamento attirano da
subito l’attenzione di stampa e pubblico. È la prima volta che gran
parte della fortuna accumulata da un grande industriale viene destinata a
finanziare dei premi. La combinazione tra ambiti così diversi (scienze,
letteratura, pace) si rivela in realtà uno dei punti di forza. Da un
lato, l’associazione con la pace e la letteratura conferisce un’aura di
spiritualità ai premi scientifici. Dall’altro, l’associazione con le
conquiste materiali del progresso dà rilevanza e visibilità ai premi per
la pace e la letteratura.
Nasceranno in seguito altri e più
ricchi premi scientifici, ma nessuno sarà più ambito dagli scienziati e
più importante per la scienza e il suo ruolo sociale di quello voluto da
Alfred Nobel: l’invenzione più celebre dell’uomo che aveva 355
brevetti.