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POST-VERITÀ
Al nostro cervello
piace farsi ingannare
Sconfiggere le tesi cospirazioniste affidandosi alle dimostrazioni scientifiche e alla logica è un ottimo proposito, ma non è detto sia il modo migliore di farlo. Fake news e credenze poggiano su meccanismi mentali che non è semplice scalfire usando la razionalità. Alcuni di questi meccanismi sono stati elencati da Mark Lorch, un professore di scienze della comunicazione (ma anche di chimica), in un articolo per The conversation. Uno degli ostacoli più potenti alla falsificazione delle tesi cospirazioniste è la tendenza del cervello umano a individuare schemi ricorrenti anche laddove questi non ci sono. Basta un piccolo esperimento a dimostrarlo. Prendiamo la sequenza di numeri 00110010010011. Ci vedete una logica, uno schema? Non c’è, si tratta semplicemente di una sequenza casuale. Eppure succede spesso che chi compulsa i numeri ci legga una ricorrenza, una logica che non c’è. È lo stesso vincolo mentale che ci porta a vedere oggetti, profili umani, animali nella forma delle nuvole. Il cervello umano è costruito così per una attitudine “prudenziale” tipica delle prede: è meglio vedere una tigre dove non c’è che ignorarne una (e finire mangiati). È meglio individuare una correlazione errata tra un nostro comportamento e una conseguenza nefasta (vaccini e autismo, ad esempio) piuttosto che ignorarne una reale che ci può danneggiare (mangio un fungo sconosciuto e sto male). La seconda ragione che rende le fake news molto potenti è la “pressione dei pari”, una legge che regola il nostro comportamento sociale ben spiegata da un esperimento di Stanley Milgramdel 1961. Mettetevi da soli a un angolo di una strada, con il naso all’insù. Ben pochi dei passanti si fermeranno a controllare cosa state guardando, circa il 4%. Adesso mettetevi in 15: vi seguirà il 40% dei passanti. Un altro meccanismo già messo in luce dallo scienziato ed epistemologo Richar Feynman è la inconsapevole selezione delle prove e dei fatti che rafforzino la nostra tesi: succede nelle ricerche, e tanto più nella vita reale, che ognuno di noi si affidi e consideri come valevoli di attenzione solo quelle prove conformi alla nostra visione del mondo. Questo anche perché, altro meccanismo potentissimo, cambiare le nostre credenze ci crea disagio psicologico e preferiamo quindi evitarlo. Tutto inutile, dunque? Non proprio. Ovviamente una buona preparazione e attitudine scientifica riduce di molto l'influenza di questi meccanismi. Ma questa è una cosa che va costruita nel tempo, che non si improvvisa. Nel frattempo, il consiglio di Mark Lorch è farsi molti amici: la pressione dei pari può giocare infatti a favore di chiunque. Altro consiglio: non sprecate tempo a demolire le idee false. Provate invece a far vincere le vostre, senza citare ciò che volete falsificare. Le fake news si combattono anche così, ignorandole.