Lettura del Corriere 3.9.17
La resistenza del corpo secondo Hegel
di Donatella De Cesare
Oltre
ad essere una delle più note teoriche femministe, l’americana Judith
Butler è certamente anche una voce originale nel panorama della
filosofia continentale. Meno nota forse al pubblico italiano è invece
Catherine Malabou, più concentrata sulle neuroscienze e sulla
psicoanalisi, che da qualche anno ha lasciato la Francia per trasferirsi
in Inghilterra. Insieme hanno dato vita a una sorta di dialogo a
distanza — scambiandosi dapprima i testi, poi aggiungendo ciascuna una
risposta — intorno alle pagine forse più celebri della Fenomenologia
dello spirito di Hegel, quelle sulla dialettica tra servo e padrone, o
meglio su Signoria e servitù . Ebbene, sì, sembrano lontani i tempi in
cui uscì, per la prima volta nel 1970, quindi in una seconda edizione
nel 1977, il provocatorio saggio Sputiamo su Hegel della mai dimenticata
Carla Lonzi (il libro è stato ristampato dall’editore et al. nel 2010).
Già da anni il pensiero femminista ha scelto la via del confronto e si
misura con i classici.
Tuttavia nel dialogo tra Butler e Malabou
Che tu sia il mio corpo. Una lettura contemporanea della signoria e
della servitù in Hegel , appena pubblicato da Mimesis a cura di
Giovanbattista Tusa (pagine 120, e 10), la questione affrontata dalle
due filosofe va ben al di là delle interpretazioni classiche della
Fenomenologia .
Non si tratta di capire se e in che modo il servo,
con la sua celebre capriola dialettica, diventi padrone del padrone.
Piuttosto l’attenzione si concentra sul corpo e sull’imperativo che il
padrone rivolge al servo: «Che tu sia il mio corpo!». Che cosa vuol
dire? Se il padrone rinnega non solo il proprio lavoro, ma anche il
proprio corpo, come strumento di lavoro, quali sono per lui le
conseguenze? E quali per il servo? Impossibile, certo, essere il corpo
di un altro. Ma Butler in particolare si chiede quale resistenza si celi
nel corpo, sempre inappropriabile (anche per il servo che del suo corpo
non può disporre a piacimento), e quale complicata relazione di potere
ne emerga.